Batterie al litio: nasce la filiera italiana per il riciclo

Accordo tra le principali aziende per sviluppare una catena del valore per la gestione del fine vita

INTESA PER CREARE FABBRICHE CHE POSSANO DARE UNA SECONDA VITA ALLE BATTERIE

L’Italia è pronta ad avviare una filiera nazionale per allungare la vita delle batterie al litio provenienti dal settore automotive. Le principali aziende e associazioni del settore hanno firmato un Memorandum of Understanding per creare delle fabbriche che possano dare una seconda vita alle batterie al litio. La presentazione alle istituzioni è avvenuta a Milano, nel corso della conferenza che anticipa e-mob, il Festival della Mobilità Elettrica giunto alla sua quinta edizione. Si tratta di aziende italiane dell’energia e dell’ambiente, di associazioni di categoria dell’automotive e di poli dell’innovazione: Class Onlus, Anfia, Cobat, Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria, Enel, Comau, Dipartimento di meccanica del Politecnico di Milano, Rse, Flash Battery.

OBIETTIVO: RIGENERARE LE BATTERIE AUTOMOTIVE PER USARLE NELL’ACCUMULO STAZIONARIO

L’obiettivo è garantire il recupero della funzionalità di queste batterie, riconvertendole in sistemi di accumulo stazionari. La batteria di un’auto elettrica a un certo punto dovrà essere sostituita perché non più in grado di alimentare in maniera adeguata il veicolo. Tuttavia, quella stessa batteria può essere rigenerata e utilizzata all’interno di sistemi di stoccaggio dell’energia, come ad esempio quelli che servono per immagazzinare l’elettricità derivante dalle fonti rinnovabili. Nonostante infatti la vita utile di una batteria al litio per auto elettrica sia pari a circa 10-12 anni, la capacità residua quando viene smontata dall’auto può arrivare ancora fino all’80% di quella nominale. Una percentuale significativa, ma che comunque la rende inadatta per una vettura. Quella batteria però può essere ancora utilizzata. Basta riconvertirla e destinarla a un altro utilizzo. Le procedure di riconversione comprendono processi innovativi di testing, disassemblaggio e riassemblaggio, attualmente oggetto di sviluppo e ottimizzazione sia dal punto di vista tecnico che economico.

DALLA DISMISSIONE AL RI-ASSEMBLAGGIO

I nove protagonisti della filiera si sono impegnati ad avviare attività di ricerca e sviluppo per le seguenti attività: stoccaggio e messa in sicurezza degli accumulatori dismessi, prevedendo il recupero dell’energia residua contenuta; disassemblaggio e pre-trattamenti attraverso tecnologie innovative che, sfruttando l’automazione robotizzata, favoriscano l’efficienza dei processi e lo svolgimento delle attività nel rispetto dei più alti standard di sicurezza; verifica dello stato di salute delle singole celle e/o moduli, attraverso metodi innovativi di stima della vita residua; ri-assemblaggio delle celle e/o moduli riutilizzabili e la produzione di nuovi pacchi di accumulo energetico, per applicazioni stazionarie.

RICICLO DELLE CELLE IN OTTICA CIRCULAR ECONOMY

Oltre al second-life, il progetto ha anche lo scopo di sviluppare tecnologie e processi per il trattamento di riciclo delle celle e dei moduli risultati inutilizzabili, in accordo con i principi fondamentali dell’economia circolare. Ogni partner sarà responsabile di una specifica attività in funzione della propria expertise. L’obiettivo dell’incontro è stimolare i soggetti istituzionali, sia a livello locale sia nazionale, a validare il progetto e a sostenerne il piano di intervento. Nel medio-periodo, la rete di aziende e associazioni punta alla creazione di una piattaforma collaborativa che consenta di agganciare il progetto di ricerca a politiche di intervento concrete e innovative.

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