Besseghini: la bolletta non può pagare la ripresa green

Liberalizzazione, bollette, Green Deal e Ue. Stefano Besseghini ha illustrato la relazione Arera a Governo e Parlamento

Liberalizzazione del mercato dell’energia, bollette energetiche, Green Deal e ruolo di Arera durante l’emergenza da coronavirus. Nel corso della sua relazione annuale a governo e Parlamento, il presidente Stefano Besseghini ha fissato i paletti dell’azione dell’Autorità di fronte alle sfide che si è trovata, si trova e si troverà ad affrontare già nei prossimi mesi.

BESSEGHINI: USARE RISORSE RECOVERY FUND PER TRANSIZIONE ENERGETICA, MA SENZA GRAVARE SU BOLLETTA

Parlando di bollette elettriche, Besseghini ha dichiarato che “andrebbe valutata la possibilità di destinare, nelle modalità e negli importi coerenti con altre necessità, una parte delle risorse che si stanno approntando per la ripresa economica alla trasformazione energetica e alle direttrici evocate nel Piano Nazionale Energia Clima”. Ma, attenzione: “tutti gli argomenti regolarmente richiamati quando si parla di Green Deal, di economia circolare o di lotta ai cambiamenti climatici, non possono certamente trovare copertura finanziaria attraverso ulteriori voci in bolletta. Gli oneri di sistema dovrebbero piuttosto passare in parte sulla fiscalità generale”.

Come? “Ad esempio rendendo strutturale il modello già seguito per la riduzione temporanea delle bollette delle Pmi durante l’emergenza coronavirus, con nuovi finanziamenti a favore del Conto Covid della Csea finalizzati a sostenere il perseguimento di obiettivi di sostenibilità. Un intervento che, con 600 milioni messi a disposizione dal bilancio pubblico, ha consentito di limitare gli effetti del lockdown su 3,7 milioni di utenze non domestiche senza pregiudicare l’equilibrio dei conti”.

FINANZIARE DECARBONIZZAZIONE E RINNOVABILI SENZA AUMENTARE ONERI DI SISTEMA

“Un intervento analogo, straordinario e strutturale, orientato al finanziamento di investimenti incrementali, necessari per il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità energetica e ambientale (quali ad esempio la decarbonizzazione degli usi termici o lo sviluppo di una nuova capacità di generazione elettrica da fonti rinnovabili) – ha proseguito Besseghini – potrebbe inserirsi negli attuali meccanismi di raccolta ed erogazione dei fondi, consentendo di non aumentare gli oneri generali di sistema caricati in bolletta e dunque il costo dell’energia per le imprese e le famiglie italiane. Interventi di questo tipo aiuterebbero, peraltro, a restituire centralità alle voci in bolletta propriamente riconducibili alla fornitura, nonché a semplificare il sistema di esazione, con un ripristino della filiera delle responsabilità e in ultimo, non in ordine di importanza, a dare maggior trasparenza al processo di liberalizzazione del mercato elettrico, rendendo più facilmente comparabili le offerte delle diverse centinaia di venditori”.

Nel 2019, ha proseguito il presidente, Arera aveva formulato “un importante obiettivo”. Ovvero “l’impegno a sviluppare una regolazione in grado di contribuire alla riduzione dei divari territoriali che nel nostro Paese, purtroppo, caratterizzano l’accesso ai servizi pubblici. L’emergenza Covid-19 ha aggiunto nuove sfide a quell’obiettivo”. Ma “i servizi di pubblica utilità che questa Autorità regola e che hanno garantito la continuità della vita sociale durante la fase di lockdown, sono, e saranno, il fulcro della ripresa delle attività produttive. Ci troviamo, oggi, in una strana condizione. Volendo usare metafore chimiche potremmo parlare di una meta-emergenza, un processo di transizione ad una fase più complessa di quella dalla quale proveniamo. Non siamo tornati alla normalità precedente, non siamo più nella fase acuta dell’emergenza e non siamo ancora approdati ad un nuovo tipo di normalità”.

BESSEGHINI: SIN DA INIZIO PANDEMIA, AZIONE ARERA PER TUTELA CONSUMATORI

Sin dall’inizio della pandemia e ancor più nella fase più critica del lockdown, “l’azione dell’Autorità si è principalmente orientata alla tutela dei consumatori, con interventi che garantissero la continuità dei servizi evitando distacchi per morosità, riducendo gli adempimenti necessari all’ottenimento e alla prosecuzione dei bonus sociali e impostando meccanismi di rateizzazione per il recupero di somme dovute”, ha detto Besseghini. Proprio “la risposta di natura operativa, che questa Autorità ha scelto di adottare sin dalle fasi iniziali dell’emergenza”, grazie “alla diretta collaborazione degli stakeholder, che hanno dimostrato di rispondere con grande senso di responsabilità”, ha permesso ad Arera “di avere costantemente il polso della situazione e di supportare con le proprie delibere il lavoro di centinaia di operatori e di migliaia di lavoratori che con il proprio impegno hanno garantito continuità ai servizi pubblici”.

Besseghini non nasconde poi l’impegno che attende Arera nell’immediato futuro: “La grave recessione economica che si è determinata e che dispiegherà i suoi effetti anche nei prossimi anni, impone a questa Autorità di porre, nella propria azione, particolare attenzione agli effetti che i propri interventi possono avere nel contrastare quell’allargamento della forbice sociale che sempre accompagna le fasi di recessione. La realizzazione di nuove infrastrutture e la manutenzione di quelle esistenti, la continuità e qualità dei servizi energetici e ambientali, gli investimenti per lo sviluppo sostenibile e la riduzione del divario territoriale, sono solo alcuni dei capitoli sui quali l’Autorità è chiamata a monitorare l’efficienza dei servizi e a garantire un sistema di regole in grado di liberare risorse utili alla ripresa economica del Paese”.

RIPRESA NON PUÒ PRESCINDERE DA SOSTENIBILITÀ

Besseghini non ha tralasciato di segnalare l’importante contributo che è venuto dall’Europa: “Con uno sforzo notevole ed una comunità di intenti imprevedibile sino a poco tempo fa, l’Europa ha saputo trovare un punto comune nella identificazione di importanti risorse da mettere a disposizione di una fase di ripartenza. Una ripartenza che non potrà prescindere dalla sostenibilità, non più termine di moda ma condizione irrinunciabile per una società avanzata che stia riprogrammando il proprio sviluppo”. Peraltro, ha osservato, “i settori nei quali la nostra Autorità ha competenza regolatoria, sono quelli in grado di garantire un formidabile valore aggiunto, sia in termini di valorizzazione degli investimenti infrastrutturali che in termini di servizi abilitanti”. E ha chiesto iniziative coordinate tra le istituzioni “affinché le risorse raggiungano in maniera efficiente i singoli settori per valorizzare le opportunità di questo momento”.

CLIENTI DOMESTICI ANCORA PENALIZZATI DAL MERCATO LIBERO

Un passaggio della Relazione annuale è stato dedicato alla liberalizzazione del mercato elettrico. A breve è atteso un nuovo step del “faticoso” passaggio al mercato libero. Ricordando come l’iter avviato nel 2007 non sia ancora giunto a completa attuazione, il presidente ha osservato che “da allora la società è cambiata e il servizio elettrico rischia di passare da antesignano delle liberalizzazioni a ultimo. Dal gennaio 2021, però,  il servizio di maggior tutela cesserà per le piccole imprese, come previsto dalla normativa europea. Si potrà così “verificare in che misura il mercato sia pronto a raccogliere la sfida e a fare un salto dimensionale” con la successiva scadenza del 2022, in cui la tutela scadrà anche per tutti gli altri, incluse le famiglie. Questo passaggio impone la definizione di strumenti di salvaguardia, analoghi a quelli attivati a suo tempo per quei consumatori industriali che hanno ormai completato il passaggio al libero mercato”.

Per garantire efficacia al completamento del processo di liberalizzazione Besseghini fa affidamento nella disposizione presente nell’ultimo decreto Milleproroghe, perché fornisca “la definitiva accelerazione al processo di definizione di un Albo dei venditori”. Peraltro “dal confronto tra mercato libero e regimi di tutela emerge come i clienti non domestici possano beneficiare di prezzi più bassi acquistando l’energia elettrica sul mercato libero, mentre per i clienti domestici il prezzo medio del mercato libero continua ad essere maggiore di quello del regime tutelato”. Lo scorso anno, ha detto Besseghini, “i clienti domestici hanno pagato mediamente il 26% in più sul mercato libero, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica. Pur scontando le possibili differenze in termini di condizioni contrattuali e di servizio offerto, questo differenziale di prezzo rappresenta certamente un elemento di attenzione”.