Direttiva UE per decarbonizzare il parco immobiliare

Passa la revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia.

Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, il Consiglio Europeo ha adottato lo scorso 14 maggio la revisione della direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia.

Sono in arrivo, dunque, nuove regole per ridurre i consumi energetici e le emissioni del parco immobiliare europeo con l’obiettivo di ottenere edifici a emissioni quasi zero entro il 2050, creando così posti di lavoro nel settore delle ristrutturazioni e dell’edilizia. Parliamo di un comparto con luci e ombre. Nell’Ue è il più grande consumatore di energia: assorbe il 40% dell’energia finale, anche perché circa il 75% degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico. Ma nello stesso tempo genera circa il 9% del Pil europeo e rappresenta 18 milioni di posti di lavoro diretti.

È un traguardo troppo ambizioso? Non per l’Ue, che ha fissato l’obiettivo aggiornando la direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia. Vengono introdotti un nuovo “indicatore d’intelligenza”, strumento per la misurazione della capacità degli edifici di migliorare la propria operatività e interazione con la rete, e i requisiti mirati ad agevolare la mobilità elettrica per gli edifici di nuova costruzione e per quelli in ristrutturazione. La direttiva aggiornata è la prima delle otto proposte legislative contenute nel pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei” lanciato nel novembre 2016. Chiediamo a Mauro Villarini, ricercatore e docente di Sistemi per l’energia e per l’ambiente presso il dipartimento di Scienze e tecnologie dell’Università della Tuscia, se sono obiettivi raggiungibili.

“La nuova direttiva europea, che rettifica la precedente Energy Performance of Building Directive EPBD 2010/31/UE ed entrerà in vigore il 9 luglio 2018, dà una stretta alle politiche mirate all’efficienza energetica e rilancia, accelerandola, la roadmap verso gli obiettivi epocali di sostenibilità del 2050”, ci dice. “L’obiettivo è la decarbonizzazione del parco immobiliare per rispettare gli obiettivi a breve, medio e lungo termine sulla riduzione dei gas serra”.

E per quanto riguarda la fattibilità del progetto?
“Ritengo che gli obiettivi siano raggiungibili, ma devono essere adeguatamente promossi e incentivati. Quando le misure a favore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili sono state agevolate efficacemente, gli italiani si sono dimostrati disponibili. Lo dimostrano ad esempio i dati relativi alla diffusione delle fonti rinnovabili nel nostro Paese: dai 19 GW di sistemi alimentati da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico ai quasi 20 GW di sistemi fotovoltaici installati. Del resto è la stessa Ue a sottolineare questa esigenza quando dice che i meccanismi finanziari e gli incentivi per ristrutturazioni destinate a migliorare l’efficienza energetica degli edifici dovrebbero avere un ruolo centrale nelle strategie nazionali a lungo termine ed essere attivamente promossi dagli Stati membri”.

Di quali strumenti si dovrà dotare questa strategia di decarbonizzazione degli edifici? Quali sono le innovazioni necessarie per accelerare il tasso delle ristrutturazioni verso sistemi energicamente più efficienti e per migliorare le prestazioni energetiche dei nuovi edifici rendendoli più smart?
“Senz’altro tra gli strumenti più efficaci, oltre a quelli di sostituzione o retrofit di macchine e strutture edilizie con soluzioni più efficienti, ci sono la building automation e l’internet of things nonché l’applicazione del concetto di smart grid all’interno degli edifici. A tal proposito è fondamentale che per la prima volta in una EPBD si introducano concetti relativi alle infrastrutture per la mobilità elettrica. Questo conferma che, proprio come previsto dalle microgrid del futuro, l’interazione tra sistemi energetici stazionari e mobili sarà sempre crescente. Inoltre, in un mondo sempre più votato alla sharing economy, anche la energy sharing all’interno degli edifici, con particolare riferimento ai condomini sarà fondamentale nel nuovo assetto delle micro smart grid”.

Ci sono anche altri benefici?
“Un piano nazionale finalizzato all’incentivazione dell’efficienza energetica negli edifici, ben studiato, potrebbe risolvere il problema della cosiddetta povertà energetica, una piaga sociale che coinvolge circa 50 milioni di europei e tende a crescere, tanto che la Commissione europea ha deciso di istituire un osservatorio sul tema (European Energy Poverty Observatory). Questo fenomeno, esasperato dall’effetto combinato di crisi economica e aumento delle bollette energetiche, è definito dalla Banca D’Italia come l’ incapacità delle famiglie “di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul loro benessere”.