Edifici NZEB, la chiave di volta è l’efficienza 25 Luglio 2013

Nel disegnare lo scenario degli NZEB, i nuovi edifici a consumi energetici tendenti a zero, spesso l’attenzione tende a concentrarsi sull’apporto fornito dalle fonti rinnovabili, ma non bisogna dimenticare il ruolo chiave che la normativa attribuisce alla qualità intrinseca degli edifici, cioè alla coibentazione e agli altri sistemi in grado di assicurare la più elevata efficienza energetica. Proprio per questo la direttiva 2010/31/UE richiede agli Stati membri requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici, da definire nel rispetto dei livelli ottimali di costo. A tale fine, la direttiva ha previsto una metodologia di analisi comparativa (Art. 5) per determinare requisiti “di riferimento” con cui confrontare gli standard nazionali.

Questo obiettivo è stato raggiunto. Con la pubblicazione del Regolamento delegato (UE) N. 244/2012, e a seguire delle Linee guida (Orientamenti della Commissione), la Commissione ha assolto il proprio compito e ha messo a disposizione degli Stati lo strumento con cui valutare l’adeguatezza dei propri requisiti minimi per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni di quelli esistenti. Ora la parola passa agli Stati che sono tenuti a comunicare alla Commissione i risultati ottenuti e a giustificare o ad adeguare i  propri standard, qualora difformi rispetto alle indicazioni comunitarie.

Se il principio ispiratore è unico, le applicazioni infatti cambiano Stato per Stato in funzione delle tipologie costruttive tipiche del luogo, del costo dei vari materiali, della situazione geografica: nell’applicazione della metodologia, agli Stati è demandata la caratterizzazione di edifici campione rappresentativi del proprio parco immobiliare e dei parametri climatici.  Mentre il livello ottimale dei costi è definito come “il livello di prestazione energetica che conduce al costo più basso durante il ciclo di vita economico stimato dell’edificio” (tenendo conto dei costi di investimento, di manutenzione, di funzionamento e degli eventuali costi di smaltimento).

L’Italia ha applicato la metodologia comparativa coerentemente ai dettami della Commissione, pur mantenendo perplessità riguardo ad alcune scelte suggerite e ponendo riserva di approfondimento. A fine giugno 2013, l’Italia ha trasmesso i risultati relativi al settore residenziale, entro il mese di luglio consegnerà anche le elaborazione per il terziario (uffici) e le tabelle riepilogative di confronto.

Questi criteri saranno utilizzati per la determinazione dei requisiti degli edifici a “consumo di energia quasi zero” (NZEB), con le opportune ipotesi evolutive dei parametri considerati nelle valutazioni (costi di costruzione, costo dell’energia, tasso di attualizzazione, inflazione  ecc.)

In questo quadro, il decreto legge 63/2013 (attualmente in conversione in legge nei due rami del Parlamento) fissa i concetti base alla definizione degli NZEB. In sintesi:

–     altissima qualità energetica dell’involucro edilizio, sia al comportamento invernale che estivo;

–     altissimi rendimenti degli impianti di climatizzazione;

–     massima copertura con le fonti rinnovabili del basso fabbisogno energetico (residuale).

Questi concetti saranno tradotti in requisiti minimi stringenti con l’obiettivo di raggiungere i migliori risultati dal punto di vista tecnico ed economico e valorizzare gli investimenti nel settore pubblico e privato.

Di Roberto Moneta