Edifici storici: diagnosi e nuovi materiali per coniugare tutela ed efficienza

Edifici storici e vincolati: come intervenire per migliorare l’efficienza? Ne parliamo con l’architetto Carlo Romeo, dell’Unità Tecnica Efficienza Energetica dell’Enea. Romeo è coautore di uno studio Enea sul tema, finanziato dalla Ricerca di Sistema e previsto dal Piano Annuale di Realizzazione 2014

Quali problemi specifici vanno affrontati quando si parla di efficienza per il patrimonio storico/vincolato?
Per gli edifici storici, il miglioramento della prestazione energetica richiede talvolta modifiche dell’organismo architettonico che, se non accuratamente progettate sulla base di una corretta diagnosi energetica, possono comportare problemi che vanno dal pregiudicare il valore monumentale del manufatto al mettere in discussione la sicurezza statica dell’edificio.

Ci sono in genere degli aspetti fondamentali comuni da considerare: i vincoli previsti per la conservazione dell’involucro edilizio limitano molto la possibilità di intervenire sull’edificio. Per questo, molto spesso, gli interventi si focalizzano soprattutto sugli impianti di climatizzazione e ancor più sui sistemi di controllo dell’edificio. Inoltre, la presenza all’interno di opere d’arte o di elementi e ambienti di pregio, spesso comporta il mantenimento di condizioni termo-igrometriche o di illuminazione differenti da quelle normalmente adottate per altri edifici. Quest’aspetto chiaramente influisce sulla scelta e la regolazione degli impianti di climatizzazione, sul trattamento dell’aria e sull’illuminazione dell’edificio. Altre problematiche specifiche legate alla complessità architettonica, alle caratteristiche dell’edificio in esame, ai materiali utilizzati e ad altre diverse esigenze di utilizzo, influiscono notevolmente sull’analisi di fattibilità tecnica ed economica di questi edifici.

L’ANALISI DELLA BADIA FIESOLANA E DI VILLA LUBIN

Nel vostro report presentate l’analisi di alcuni edifici storici, quali? Che risultati emergono?
Abbiamo effettuato l’analisi energetica della Badia Fiesolana, sede dell’Istituto Universitario Europeo a Fiesole (Fi). L’obiettivo sono stati interventi mirati alla riduzione dei consumi di energia e al raggiungimento di livelli di comfort più elevati per gli utenti finali. Tra gli scenari individuati, il più interessante si è rivelato quello sul sistema di regolazione e controllo climatico in centrale con sonda esterna. Il risparmio conseguibile in termini di energia primaria è stato valutato pari all’11,7%.
Altri interventi, come la sostituzione dei serramenti o l’isolamento di quelle che vengono definite “strutture opache” (pareti, strutture orizzontali e coperture), avrebbero comportato una riduzione del fabbisogno energetico ancora più rilevante ma questo è proprio uno dei casi in cui i vincoli ricadenti sull’edificio portano a selezionare le proposte con minor impatto sull’esistente e con minori oneri economici.

Un altro esempio di studio di riqualificazione energetica che posso citare ha avuto come oggetto Villa Lubin a Roma, sede del CNEL. Sono state analizzate le caratteristiche architettoniche e termofisiche dell’involucro edilizio, e la tipologia degli impianti destinati alla climatizzazione. Successivamente, attraverso un monitoraggio strumentale effettuato in loco, sono stati analizzati i consumi elettrici. Tra le possibili azioni mirate alla riqualificazione energetica del sistema “fabbricato-impianto” si è valutato un intervento sugli impianti di illuminazione presenti tramite l’impiego di sistemi di illuminazione ad alta efficienza (led) e l’utilizzo razionale dell’illuminazione naturale. Inoltre si è proposta l’adozione di un sistema di controllo e gestione della luce con sensoristica wireless, soluzione più rapida e a minor impatto.

Per l’illuminazione esterna, è stata prevista la sostituzione delle lampade alogene presenti con lampade ad induzione, con risparmi stimati, in termini di energia, in circa il 60-70% rispetto ai consumi attuali e con una notevole riduzione dei costi di manutenzione. Per l’involucro edilizio, escludendo qualsiasi tipo di azione sulle murature di facciata, sono stati presi in considerazione soltanto alcuni interventi relativi ai serramenti, che senza influire sull’aspetto architettonico potrebbero contribuire alla riduzione del fabbisogno energetico e al miglioramento del comfort interno, sia nel periodo invernale che in quello estivo. Parliamo di vetri a maggior efficienza e film riflettenti sulle finestre maggiormente esposte a irraggiamento solare per la riduzione del fabbisogno termico estivo.

I NUOVI MATERIALI PER L’EFFICIENZA

Quali nuove tecnologie o nuovi materiali possono essere impiegati per l’efficientamento degli edifici vincolati?
Gli interventi possibili sono numerosi. Alcuni già citati riguardano i serramenti, con l’adozione di vetri ad elevato isolamento termico e elevata permeabilità solare e luminosa. Oppure la sostituzione di caldaie con modelli più efficienti o sistemi di cogenerazione. Molti materiali innovativi vengono utilizzati per interventi che riguardano l’involucro. Per gli edifici storici, l’intervento all’esterno per l’isolamento termico è nella maggioranza dei casi inapplicabile. Bisogna dunque intervenire isolando o nell’intercapedine delle murature (ove presente) o sul loro intradosso. In questi casi si possono utilizzare componenti ad elevatissime prestazioni: feltri isolanti ed intonaci con aerogel nanoporoso a bassissima conducibilità termica; termo intonaci in biocalce naturale (inerti naturali e riciclati) ad elevata traspirabilità e bassissime emissioni di sostanze organiche volatili; materiali PCM (phase change material) che quando fa più caldo passano dallo stato solido a quello liquido, accumulando calore che viene sottratto all’ambiente, e viceversa rilasciano calore nelle fase di passaggio tra stato liquido a solido, riducendo il contributo dell’impianto di condizionamento.