Efficienza energetica: da Consip un caso di scuola

Nell’ambito del convegno “Le certificazioni per l’efficienza energetica. Strumenti innovativi per Imprese e Pubblica Amministrazione” organizzato a Roma da Accredia, è stato presentato il Quaderno Consip “Energia, proposta di un modello di gestione attraverso il MePA FREE e le Convenzioni per la fornitura di utility”, scritto da Tommaso Comberiati e Gianandrea Greco di Consip, insieme a Gian Luca Morini (Alma Mater Studiorum Università di Bologna) e Luigi Giglioni (Accredia). Il Quaderno presenta una serie di strumenti disponibili per aiutare la PA nella gestione dei propri consumi di energia, per agevolarne il compito di promotore dell’uso di fonti rinnovabili e dell’efficientamento energetico.

Illuminazione, calore in inverno e refrigerio in estate, poi computer, stampanti, comunicazioni wireless, apparecchiature mediche, tecnologia e innovazione, sono alcuni modi di utilizzo dell’energia da parte della Pubblica Amministrazione. Tuttavia la PA dovrebbe, innanzitutto, definire gli obiettivi di miglioramento della propria prestazione energetica e individuare le risorse necessarie per raggiungerli. Per lo studio è opportuno che la PA sia supportata da una qualificata struttura, interna o esterna, di energy management.

EFFICIENZA NELLA PA: IN BALLO 2 MILIARDI DI RISPARMI

Se il tema dell’efficientamento energetico è stato ritenuto per lungo tempo importante soprattutto per le strutture industriali energivore, recenti studi hanno dimostrato il significativo potenziale di risparmio energetico associato alla PA. Una analisi svolta dal Politecnico di Milano ha dimostrato come, dal punto di vista teorico, la massima diffusione delle soluzioni per l’efficienza energetica, applicate sul parco immobiliare della PA italiana, potrebbe determinare una riduzione del 17% circa della bolletta elettrica complessiva e di ben del 57% di quella termica, per un risparmio complessivo stimato in 2 miliardi di euro all’anno. Un mini manovra finanziaria.

Il caso studio descritto nel Quaderno dimostra come anche un piccola scuola ha oggi la possibilità di mettere in atto una serie di azioni coordinate con obiettivo ultimo la riduzione della spesa energetica attraverso l’utilizzo di una serie di strumenti messi a disposizione da Consip per la PA. Anche se l’attuazione di politiche energetiche di risparmio ed efficienza si scontra con la cronica carenza di risorse del comparto pubblico, tuttavia il Quaderno sottolinea come si siano sviluppati negli anni nuovi modelli di gestione che consentono, anche in assenza di risorse, di fare efficienza. FTT (finanziamento tramite terzi), PPP (Public Private Partnership), EPC (Engineering Procurement Construction ), E.S.Co (Energy Service Company), sono tutti acronimi entrati nel lessico energetico quotidiano e indicano diverse modalità per contemperare carenza di risorse e interventi di saving energetico, strutturati ed impostati sulla compartecipazione tra più soggetti al risparmio economico conseguito.

Gli autori osservano che in Italia tutto ciò sta avvenendo con isolati o scarsi risultati. Ricordano che, anche se è previsto l’obbligo alla nomina dell’energy manager per tutte le strutture con consumi energetici significativi, il numero di queste figure professionali è ancora ridotto e il riscorso ad un management energetico esterno è molto limitato. Inoltre, anche là dove esistono tali figure, nella maggior parte dei casi le azioni volte a migliorare il settore energetico della PA vengono intraprese solo perché derivanti da adempimenti ad obblighi normativi. “Serve dunque un cambio reale di mentalità, mettendo in campo obiettivi ben definiti e una programmazione di lungo periodo”.

L’IMPORTANZA DELL’ENERGY MANAGEMENT

Strumento indispensabile per valorizzare e migliorare il settore energetico della PA è sviluppare un modello di gestione efficiente dell’energia. Per farlo, però, servono competenze, capacità e una struttura di energy management adeguata. Il caso di studio parte dall’evidenza che l’Italia è caratterizzata da un patrimonio edilizio fortemente energivoro composto da 13,7 milioni di edifici (12,1 milioni adibiti ad uso residenziale e 1,6 milioni adibiti ad uso non residenziale) di cui circa il 70% costruito prima del 1976, ovvero antecedente alla prima legge sul contenimento dei consumi energetici in edilizia. I consumi di energia primaria ad esso associati rappresentano circa il 36% del consumo di energia primaria nazionale, pari a circa 756 TWh, mentre il fabbisogno energetico medio specifico associabile agli edifici italiani è pari a circa 180 kWh/metro cubo l’anno, valore superiore al parco immobiliare spagnolo e francese che risulta rispettivamente pari a 160 kWh/ metro cubo anno e 150 kWh/metro cubo anno. È evidente da questi numeri come il potenziale di risparmio energetico associato alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti in Italia sia molto elevato.Si stima che dagli interventi di efficientamento può derivare un risparmio energetico annuo di circa 120 TWh. Se si restringe l’analisi ai consumi energetici associati agli edifici della PA si può osservare come questi edifici consumano annualmente circa 135 TWh di energia primaria per usi elettrici e termici.

Andando nel dettaglio le scuole e gli uffici sono responsabili del consumo annuale di 21 TWh di energia primaria di cui 12 TWh sono connessi agli usi termici delle scuole (riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria). Come evidenziato da un recente rapporto redatto dal ministero dello Sviluppo economico in collaborazione con Enea e Politecnico di Milano, le scuole italiane hanno un fabbisogno annuo di energia elettrica variabile tra i 20 e i 50 kWh/ al metro quadro ed un fabbisogno annuo di energia termica compreso tra 50 e 200 kWh/ al metro quadro, evidenziando un consumo energetico sbilanciato verso gli usi termici rispetto agli usi elettrici.

COME RENDERE UNA SCUOLA PIÙ EFFICIENTE

Nel caso della Scuola, i risultati della valutazione energetica permettono di individuare una serie di linee di intervento per migliorarne le prestazioni energetiche. Gli interventi suggeriti i risultano ordinati in base alla loro significatività in termini di risparmio energetico atteso e in base ai tempi di ritorno dell’investimento. Per l’impianto di riscaldamento si propone l’ installazione di nuovo sistema di regolazione, volto a ottimizzarne il funzionamento mediante l’introduzione di valvole termostatiche sui singoli radiatori. L’uso di valvole termostatiche permette il controllo della temperatura interna in tutte le aule e le zone riscaldate della scuola. Quanto all’impianto di illuminazione, si suggerisce di sostituire lampade ad incandescenza con LED. In questo modo è possibile passare da una potenza installata di 20-25 W/metro/quadrato ad una potenza installata di 8-15 W/m2. Per gli impianti di illuminazione e riscaldamento si prende in considerazione l’installazione di un sistema di gestione centralizzato che seppure risulta una combinazione dei due interventi illustrati, offre vantaggi energetici superiori alla somma dei risparmi ottenuti intervenendo separatamente sulla regolazione dell’impianto di riscaldamento e sull’illuminazione.

Sempre per quanto riguarda il riscaldamento, l’intervento proposto prevede la sostituzione del generatore a gas con caldaia a condensazione, caratterizzata da prestazioni superiori. Per l’acqua calda sanitaria vanno sostituiti gli esistenti boiler elettrici con pompe di calore elettriche ad aria e parte dell’energia termica può essere considerata energia rinnovabile. Altro intervento per ridurre le dispersioni per trasmissione, è la sostituzione degli infissi con finestre dotate di infissi in PVC e doppio vetro (4-16-4) con intercapedine in Krypton e vetro con trattamento basso emissivo (e=0,1). Infine per ridurre ulteriormente la dispersione per trasmissione, va installato un cappotto termico isolante sulla parete esterna della scuola. “La lista di interventi che si sono individuati per la scuola non è esaustiva – osservano gli autori – ma fornisce alla committenza un’idea precisa sui potenziali interventi da realizzare per aumentare l’efficienza energetica dell’edificio”.