Efficienza: Italia marcia spedita verso gli obiettivi 2020

 I risparmi conseguiti nel 2013 grazie all’efficienza energetica (3,21 Mtep – Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) ci permettono di superare il 20% dell’obiettivo previsto al 2020 dalla Strategia energetica nazionale 2011-2020 (obiettivo finale a 15,50 Mtep/anno). Rispetto a questa road map siamo arrivati ad un risparmio di 7,55 Mtep all’anno, equivalenti a oltre 2 miliardi di euro di minori importazioni di gas naturale e petrolio, e ad una mancata immissione in atmosfera di 18 milioni di tonnellate di Co2. È uno dei dati più significativi che emergono dal Rapporto annuale sull’efficienza energetica redatto dall’Enea e presentato oggi, 11 giugno, presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma.

Ci troviamo ormai di fronte ad un trend consolidato negli ultimi tre anni, caratterizzato da una riduzione nella domanda di energia primaria e nei consumi. Il settore industriale e il residenziale contribuiscono in maniera più significativa al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Strategia energetica nazionale 2020 mentre il terziario e soprattutto il settore dei trasporti, dove rimane predominante la gomma, faticano a migliorare. Tra gli strumenti incentivanti vanno bene i Titoli di Efficienza Energetica, i cosiddetti Certificati Bianchi che aziende del settore energetico e industrie possono ottenere se investono in tecnologie e processi produttivi più efficienti: dal 2005, anno della loro introduzione, ci hanno fatto risparmiare 4,85 Mtep/anno di energia primaria (equivalenti a circa 3,4 Mtep/anno di energia finale); molto bene l’Ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, uno strumento che piace alle famiglie italiane visto che fino al 2013 vi hanno investito 22 miliardi di euro. Dal 2007, le detrazioni fiscali al 55 o al 65% hanno determinato il minore consumo di 0,9 Mtep/anno di energia primaria, equivalenti a poco più di 0,85 Mtep/anno di energia finale. Il risparmio deriva dagli oltre 2 milioni di interventi realizzatinel 2013 gli investimenti ascrivibili agli interventi di riqualificazione sono stati pari a 4 miliardi di euro e si calcola che dal 2007 siano stati creati circa 40.000 nuovi posti di lavoro nel settore edile. Un importante contributo (- 2,44 Mtep/anno di energia finale) è arrivato poi dalla sostituzione degli impianti termici negli edifici ad uso residenziale, sostituzione favorita dagli standard minimi di prestazione energetica previsti dal Decreto legislativo 192/05.

Si può fare ancora molto però. Nell’edilizia, ad esempio: in base ad una stima degli interventi necessari per la riqualificazione dell’attuale parco edilizio, il rapporto ipotizza al 2020 un risparmio di altri 49.000 GWh/anno di energia finale, equivalenti a 3,71 Mtep/anno. Un ulteriore 1,5 Mtep/anno potrebbe essere recuperato dal settore non residenziale. E nell’anno di Expo non poteva mancare un riferimento all’agrofood: il Rapporto infatti sottolinea come si potrebbero generare ingenti risparmi con la lotta agli sprechi alimentari, la diffusione di tecnologie efficienti nella logistica (trasporti) e nella grande distribuzione  (sistemi refrigeranti e illuminazione) oltre che dal cibo a km zero.
Fra le novità di questo Rapporto, ci sono anche i risultati di un’indagine ENEA/Confindustria secondo la quale oltre il 33% delle imprese intervistate intende investire in efficienza energetica nei prossimi tre anni, anche se oltre il 90% degli intervistati chiede semplificazione normativa, meno burocrazia e più stabilità finanziaria.

Il dato aggregato fotografa una situazione stabile. Nel 2013, l’Odex, un indice di efficienza europeo “tarato” in modo da non considerare l’incidenza di variabili strutturali, come ad esempio la contrazione dei consumi dovuta alla crisi, è stato pari a 86,6. Un valore praticamente immutato negli ultimi 3 anni. Un quadro confermato anche dal valore dell’intensità energetica primaria, il quale sta ad indicare la quantità di energia impiegata per unità di Pil. L’intensità energetica primaria italiana del 2013 è stata pari a 122,27 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) per miliardo di Euro (valore 2005). Più 0,05% rispetto al 2012, di fatto una variazione nulla, mentre dal 2005, è calata del 7,9%, grazie soprattutto ai Certificati Bianchi. Siamo ancora sotto la media sia dei 28 paesi membri dell’Unione sia della zona euro. C’è da dire però che se nel 1995 la distanza tra noi e i paesi della zona euro era di 40 tep/M€ oggi questo differenziale si è ridotto a 20tep/M€. Un dato che deve far riflettere: l’Europa sta facendo meglio di noi? O, partendo da valori più negativi, i paesi della zona euro hanno per forza di cose più ampi margini di miglioramento?

Complessivamente, la domanda di energia primaria continua a calare: nel 2013 il consumo lordo si è attestato a 173 Mtep, con una diminuzione dell’1,9% rispetto al 2012. Cala dell’1% la domanda per gli impieghi finali di energia: nel 2013 abbiamo consumato 126,6 Mtep, un valore che riporta i consumi finali agli stessi livelli registrati nel 1997. Il settore civile assorbe il 39,1% dell’energia destinata agli impieghi finali, seguito dal 29,9% dei trasporti e dal 22,3 % dell’industria.

Per ulteriori informazioni: www.enea.it