Enea: “Bisogna accelerare sulla decarbonizzazione”

Progetto Ue Cop21 Ripples: il contributo dell’Enea nell’elaborazione di scenari di decarbonizzazione al 2050.

Non siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di mitigazione dell’accordo di Parigi. La sfida è comprendere meglio la natura di questo divario e indirizzare la ricerca su come affrontarlo. Una corretta attuazione dell’accordo del dicembre 2015 richiede infatti di affrontare diverse dimensioni interconnesse. Governance; trasformazioni economiche, sociali, settoriali e fisiche; emissioni di gas serra. E un quadro multidimensionale per valutare l’adeguatezza delle risposte a livello globale e di Paese può svolgere un ruolo chiave nel tracciare i progressi e nell’individuare le strade per la cooperazione internazionale.

UN PROGETTO PER ANALIZZARE LE POLITICHE DI DECARBONIZZAZIONE DEL POST COP21

Un deciso passo in avanti in questa direzione può venire dal progetto europeo Cop21 Ripples. Finanziato dal programma Ue Horizon2020 con circa 3 milioni di euro e coordinato dal francese Institut pour le Developpement Durable vede la parteciapzione anche dell’Enea. Nell’ambito del progetto lanciato nel dicembre 2016, che coinvolge 18 istituzioni di ricerca di 10 Paesi europei e non, sono state prese in esame, assieme alla trasformazione richiesta nei sistemi energetici e più in generale nell’economia, le politiche di decarbonizzazione post-Cop21, sia nazionali che globali, passando in rassegna aspetti come sviluppo delle tecnologie, innovazione industriale e flussi finanziari necessari per accelerare il processo di decarbonizzazione, in un contesto di sviluppo sostenibile e di equità sociale.

L’ANALISI ENEA SUGLI SCENARI DI DECARBONIZZAZIONE AL 2050

Il contributo dell’Enea consiste nell’elaborazione di scenari di decarbonizzazione al 2050. E nell’analisi della competitività industriale dell’Italia per produrre ed esportare alcune tra le principali tecnologie energetiche low-carbon, come pannelli fotovoltaici, batterie e veicoli elettrici.

“L’Italia presenta una certa specializzazione nell’export di alcune tecnologie low-carbon come quelle del solare termico, dell’idroelettrico e dell’efficienza energetica, mentre è quasi assente nel fotovoltaico, nei biocarburanti e nel nucleare”, spiega in una nota Maria Rosa Virdis, ricercatrice Enea della divisione Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali. “Ma il nostro Paese potrebbe ancora giocare un ruolo in nuovi settori come quello della mobilità elettrica, grazie ai recenti piani di elettrificazione con vetture ibride, plug-in hybrid e full electric di un campione nazionale dell’industria automobilistica”.

MOBILITÀ ELETTRICA: L’ITALIA RISCCHIA DI RESTARE INDIETRO

A questo proposito, un approfondimento dedicato allo sviluppo delle tecnologie più rilevanti per la mobilità elettrica (ad esempio le batterie a ioni di litio) mostra come l’Italia sia un importatore netto, rischiando di restare tale anche in uno scenario di rapido sviluppo del settore. “Nonostante alcuni validi punti di forza, persiste una sostanziale mancanza di preparazione del sistema industriale italiano a far fronte a questi cambiamenti del mercato e a cogliere le opportunità dell’auto elettrica. Ma per fortuna, si iniziano a registrare cambiamenti di rotta sia a livello di politica industriale che da parte delle grandi imprese”, sottolinea la ricercatrice dell’Enea.

In generale, l’analisi mostra che per gli scenari volti a contenere l’aumento di temperatura al di sotto dei 2°C (ad esempio 1,5°C) tutti i paesi dell’Ue dovrebbero perseguire strategie più ambiziose e accelerare le tappe rispetto a scenari di riferimento o anche miranti a 2°C. Entro il 2050 si dovrebbero progressivamente abbandonare le fonti fossili, mentre le energie rinnovabili dovrebbero soddisfare più della metà della domanda di elettricità, così come è previsto per Italia, Spagna e Germania. In Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito è previsto un aumento del ricorso all’energia nucleare da fissione, che Paesi come Francia e Germania hanno deciso di ridurre o abbandonare entro il 2025, e che dovrebbe essere sostituita con massicci investimenti in efficienza energetica e rinnovabili.

BISOGNA INVESTIRE SU ELETTRIFICAZIONE EBATTERIE DI NUOVA GENERAZIONE

Per la decarbonizzazione dei trasporti – cioè un abbattimento delle emissioni di CO2 dell’85% (rispetto ai livelli del 2014) entro il 2050 in uno scenario al di sotto dei 2°C – il progetto Cop21 Ripples sottolinea la necessità di un maggiore ricorso all’elettrificazione e alle batterie di nuova generazione (come le litio-ione), mentre l’idrogeno potrebbe rimanere ancora un mercato di nicchia, coprendo circa l’1% della domanda di trasporto della Ue entro il 2050 (per le incertezze sul costo delle celle a combustibile). In Italia oltre la metà della domanda totale di energia per trasporti dovrebbe essere soddisfatta dall’elettricità; quote elevate di consumi elettrici sono attesi anche in Francia, Germania e Repubblica Ceca, ma questi ultimi Paesi farebbero anche un forte ricorso ai biocarburanti.

“In generale, a livello europeo, non siamo ancora in linea con gli impegni assunti nell’ambito degli accordi di Parigi per la mitigazione del cambiamento climatico. Il Green Deal europeo rappresenta oggi un’opportunità per sviluppare una risposta adeguata e concreta agli obiettivi fissati dalla COP21”, conclude Virdis. Per rispettare gli accordi di Parigi, il progetto ha definito una serie di linea guida nazionali ed europee per accelerare il processo di decarbonizzazione, come ad esempio anticipare gli investimenti in nuove tecnologie, promuovere un sistema finanziario più green, rafforzare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e, soprattutto, porre al centro di questa sfida la politica industriale, a partire da settori fondamentali come quello automobilistico e siderurgico.