Idrogeno, una “spina dorsale” attraverserà l’Europa

Uno studio degli operatori di infrastrutture gas prefigura una rete per l’idrogeno di 23.000 km entro il 2040. Ma la gran parte delle reti gas Ue non è ancora pronta.

Una rete per il trasporto dell’idrogeno formata da 6.800 km di gasdotti collegherà entro il 2030 le “hydrogen valleys” europee e crescerà fino a raggiugere i 23.000 km entro il 2040. Sarà composta per il 75% da gasdotti convertiti e per il 25% da nuove tratte. E darà vita a due reti parallele: una dedicata all’idrogeno e una al biometano. Il piano è stato presentato venerdì dagli operatori di infrastrutture del gas di nove Stati membri dell’Ue. Si tratta di Enagás, Energinet, Fluxys Belgio, Gasunie, GRTgaz, Net4Gas, Oge, Ontras, Snam, Swedegas (Nordion Energi), Teréga e la società di consulenza Guidehouse.

La rete proposta attraverserà Germania, Francia, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia e Svizzera. In Italia la rete si svilupperà a partire dai distretti industriali esistenti nel Sud (Sicilia e Puglia) grazie alle risorse eoliche e fotovoltaiche, per poi espandersi gradualmente al Nord. Per lo più si tratterà di riconversioni di gasdotti esistenti.

UNA RETE A IDROGENO PER COLLEGARE I CLUSTER INDUSTRIALI

Questa nuova “spina dorsale” collegherà i futuri centri di domanda e offerta di idrogeno in tutta Europa: cluster industriali, siti di cattura e stoccaggio del carbonio e siti di produzione di elettricità rinnovabile su larga scala, inclusi parchi eolici offshore nel Mare del Nord e centrali solari nel Sud dell’Europa.

La creazione di questa rete, si legge in una nota, ha un costo compreso tra 27 e 64 miliardi di euro. Il “costo livellato” dell’idrogeno è stimato in 9-17 centesimi di euro al chilo per 1.000 km. “Queste cifre sono relativamente limitate nel contesto generale della transizione energetica europea e sostanzialmente inferiori alle stime approssimative precedenti”, afferma il rapporto. La rete dovrebbe essere in grado di trasportare più dei previsti 1.130 TWh della domanda annuale di idrogeno in Europa entro il 2040.

6.800 KM ENTRO IL 2030

Secondo gli undici operatori, la rete proposta si svilupperà gradualmente nell’arco di quindici anni, a partire dalla metà del 2020. Entro il 2030, la rete iniziale di 6.800 km. Entro il 2035 il collegamento tra i consumatori nel centro del continente e le regioni con “un potenziale abbondante di risorse di idrogeno verde”, come i parchi eolici offshore danesi o i parchi solari e eolici nel sud della Francia. Entro il 2040 una vera rete paneuropea di poco più di 22.900 km.

L’ALERT DELL’ACER: RETE NON ANCORA PRONTA

L’annuncio arriva una settimana dopo che la Commissione europea ha pubblicato la strategia sull’idrogeno che implica la creazione di una rete dedicata. Ma un rapporto dell’Acer, l’Agenzia di cooperazione dei Regolatori dell’energia, avverte: la gran parte delle reti gas europee non è ancora pronta a trasportare idrogeno; per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 dovranno essere gradualmente adattate a trasportare gas verdi come biometano e idrogeno. Il rapporto espone i risultati di una ricognizione effettuata da 23 Autorità di regolazione nazionali: il 65% delle Autorità nazionali riferisce che il gestore della rete di trasporto non ammette attualmente l’introduzione di idrogeno nella rete.

In particolare il report Acer segnala che il livello di adeguatezza delle reti di trasporto ad accettare idrogeno e biometano è molto diversificato nella Ue. Inoltre la gran parte dei regolatori intende sostenere un approccio di livello Ue per fissare limiti di miscelazione di idrogeno nelle reti, per favorire l’integrazione e gli scambi transfrontalieri.