In Sicilia l’hydrogen valley del CNR

Sperimentato un un impianto autonomo di produzione, compressione e distribuzione di idrogeno

IDROGENO: UN TRENO DA NON PERDERE

Per il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani “non possiamo perdere il treno dell’idrogeno. Destineremo 3,4 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza a questo settore”. Ma ha anche aggiunto che “al momento non abbiamo gli impianti, non sappiamo come stoccare e come utilizzare l’idrogeno. Dobbiamo cominciare a lanciare i nostri programmi, dobbiamo creare quel sistema che intorno a quel vettore energetico ci consenta di operare al meglio”. Con l’obiettivo finale “di dare vita alle cosiddette hydrogen valley, veri e propri ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno”.

In Italia in realtà una mini “hydrogen valley” già esiste, precisamente in Sicilia nel Comune di Capo d’Orlando grazie al bando nazionale del Miur, Pon Ricerca e Competitività del 2012 “Smart Cities and Communities and Social Innovation”. Con un finanziamento di 12 milioni di euro il progetto è stato curato dal responsabile scientifico Laura Andaloro del Cnr Itae. “L’attività è durata tre anni ed è stata realizzata in due siti di sperimentazione siciliani: uno nel campus universitario di Palermo, l’altro in contrada Masseria a Capo d’Orlando”, ci dice Andaloro.

IDROGENO, CNR: A CAPO D’ORLANDO UN IMPIANTO A 350 BAR

Il programma “I-Next” (Innovation for Green Exchange in Trasportation) ha puntato a sostenere l’innovazione in specifici settori. Promuovendo mezzi di trasporto elettrici ibridi, a batterie e a celle a combustibile. E ottimizzando l’interazione tra la domanda di energia, la produzione non programmabile da fonti energetiche rinnovabili (Fer) e l’accumulo d’energia, nonché la definizione e l’attuazione d’interventi finalizzati al risparmio energetico. L’implementazione delle varie fasi nel sito di Capo d’Orlando “è servita a testare e a dimostrare i risultati ottenuti nel campo della mobilità, della logistica, delle smart-grid, dell’efficienza energetica, dell’accumulo e produzione di energia elettrica da Fer, dei sistemi di produzione/stoccaggio di idrogeno”.

In particolare, prosegue Andaloro, “grazie all’ospitalità dell’amministrazione comunale, nel sito di Capo d’Orlando è stato messo a punto un impianto di produzione, compressione e distribuzione di idrogeno a 350 bar, completamente autonomo in quanto alimentato da fonti rinnovabili. La piattaforma energetica che è stata attivata è quindi costituita da un impianto fotovoltaico da 100 kW, da un sistema di storage con batterie da 300 KWh e da un sistema di produzione e rifornimento di idrogeno basato su processo elettrolitico”. Inoltre “sono stati realizzati dei veicoli prototipali a batterie e a celle a combustibile: due biciclette a pedalata assistita a idrogeno, un minibus ibrido elettrico e un delivery van elettrico per il trasporto merci per l’ultimo miglio”.

UN PROGETTO IN ESPANSIONE PER CREARE UNA STAZIONE DI RIFORNIMENTO

Il prosieguo dell’attività prevede “un ampliamento del sito di Capo d’Orlando grazie al programma Mission Innovation, basato su accordi internazionali COP21. Puntando a una stazione di rifornimento di idrogeno aperta al pubblico lo stoccaggio sarà portato a 700 bar, poiché la precedente stazione di rifornimento messa a punto nel progetto I-NEXT rispondeva ai requisiti tecnico-legislativi del decreto del 2006 ed era ad uso privato del Cnr in quanto sito di sperimentazione. L’ampliamento previsto nell’ambito del nuovo programma dovrà adeguare l’intero sistema al nuovo decreto del 2018, che prevede distanze diverse e pressioni di stoccaggio fino a 700 bar”.

L’obiettivo, prosegue Andaloro, “è portare nel sito clienti possessori di veicoli a idrogeno favorendone la diffusione. Si intende coinvolgere case automobilistiche quali Toyota e Hyundai che possono essere interessate a testare le vetture a idrogeno per rendere sempre più accessibile la tecnologia”.

Realizzare impianti basati sulle Fer appositamente per “produrre idrogeno verde, allo stato attuale non risulta conveniente perché bisogna tener conto del costo di ammortamento dell’impianto che fa inevitabilmente crescere il costo finale del prodotto; è opportuno che l’idrogeno venga prodotto tramite i surplus energetici delle Fer”. Inoltre l’idrogeno non è in assoluto l’unica soluzione alla mobilità. Infatti “così come l’elettrico è più indicato per i veicoli leggeri e le city-car che richiedono un’autonomia gestibile con le batterie, l’idrogeno risulta più idoneo nel caso di autonomie maggiori quali quelle necessarie per il trasporto pesante: camion, bus, treni, navi”.