Investimenti idrogeno: lo studio della Bei

l rapporto Unlocking the hydrogen economy: un’analisi per capire come sviluppare il mercato

INVESTIMENTI IDROGENO: IL SOSTEGNO DELLA BEI

L’idrogeno verde proveniente dall’acqua e dalle energie rinnovabili ha, sostituendo i combustibili fossili, un enorme potenziale di riduzione delle emissioni globali di carbonio in settori industriali in cui le emissioni sono difficili da abbattere. Tuttavia, come molte tecnologie nelle fasi iniziali, una complessa interazione di sfide economiche, normative, industriali e operative deve ancora essere superata prima che l’idrogeno possa svolgere un ruolo su larga scala nella decarbonizzazione dell’economia industriale. Si prevede che il passaggio all’idrogeno richiederà investimenti per centinaia di miliardi di euro nei prossimi decenni.

Negli ultimi otto anni, la Banca europea per gli investimenti ha fornito oltre 550 milioni di euro di sostegno finanziario diretto alle tecnologie dell’idrogeno, che hanno contribuito a mobilitare oltre 1,2 miliardi di euro di investimenti complessivi. La Bei ha fornito inoltre supporto consultivo a progetti in tutta Europa che rappresentano oltre 1 miliardo di euro di investimenti potenziali. Attualmente, la Banca sostiene tecnologie come elettrolizzatori, catalizzatori e celle a combustibile. Finanzia anche la produzione di idrogeno su larga scala, compresa l’elettrolisi, la cattura e lo stoccaggio del carbonio e le stazioni di idrogeno.

IL RAPPORTO UNLOCKING THE HYDROGEN ECONOMY

I servizi di consulenza della Bei hanno predisposto un rapporto Unlocking the hydrogen economy — stimulating investment across the hydrogen value chain nel quale sono riassunti i risultati di una consultazione con gli investitori per mettere a fuoco le strategie, superare le difficoltà e delineare le potenzialità dell’economia dell’idrogeno. Sono stati intervistati 46 tra operatori industriali e finanziari di tutta Europa per capire a quali condizioni può nascere un mercato dell’idrogeno verde. Tra le condizioni gli operatori hanno indicato, in particolare, la necessità di incentivi per sostenere la produzione, un quadro regolatorio chiaro, strumenti di finanziamento ad hoc e la costruzione di una catena del valore.
In dettaglio lo studio individua una serie di questioni su cui è necessario, secondo il campione intervistato, concentrare l’attenzione e predisporre interventi mirati: sono 6 ‘Findings’ il primo dei quali individua nell’attuale scarsa competitività economica dell’idrogeno low-carbon una delle ragioni che ne frenano la domanda. Viene poi evidenziata (Finding 2) una carenza in termini di chiarezza regolatoria su tutti gli aspetti relativi allo sviluppo dell’idrogeno, che costituisce un rischio rilevante per gli investitori, e vengono sottolineate (Finding 3) le difficoltà che incontrano i progetti innovativi, specie nella loro fase di start-up, a reperire finanza sul mercato.

Il Finding 4 si sofferma sulle problematiche riscontrate anche nei finanziamenti ai grandi progetti relativi alla realizzazione di infrastrutture per l’H2, mentre il Finding 5 è relativo alla necessità di adottare un approccio integrato che guardi all’intera value chain dell’idrogeno e consenta di pianificare progetti coordinati e coerenti tra loro. Infine, il Finding 6 mette in luce la convinzione degli investitori che i promotori dei nuovi progetti di H2 facciano affidamento esclusivo sui finanziamenti pubblici a causa di una scarsa conoscenza delle altre opportunità presenti sul mercato

LE RACCOMANDAZIONI DELLA BEI PER AUMENTARE GLI INVESTIMENTI IDROGENO

Una volta indicate le principali questioni che frenano l’avvio dei progetti, nel suo dossier la Bei formula una serie di raccomandazioni: dall’introduzione di un sistema di incentivi in grado di colmare il gap economico tra H2 low-carbon e alternative fossili all’adozione di un sistema di norme armonico per promuovere il ruolo dell’idrogeno come elemento chiave del futuro sistema energetico europeo. La Raccomandazione 3 sottolinea l’utilità di predisporre soluzioni di finanziamento ad hoc pensate per gli sviluppatori di nuovi progetti sull’H2, mentre la 4 suggerisce di fornire un supporto concreto ai finanziatori per consentire di ridurre il rischio di esposizione su iniziative di sviluppo dell’H2.

Il focus della raccomandazione 5 si concentra sui benefici derivanti dalla valorizzazione di progetti relativi all’intera value chain dell’idrogeno e anche di carattere transnazionale. La sesta raccomandazione è relativa al supporto che sarebbe necessario attuare per far emergere un mercato finanziario specifico e dedicato all’idrogeno. Infine, la settima e ultima Recommendation consiglia lo sviluppo di soluzioni di consulenza che possano assistere i promotori dei progetti di idrogeno nel reperimento dei migliori strumenti finanziari.

2025: OBIETTIVO 17,5 GW DI PRODUZIONE DA ELETTROLIZZATORI

All’inizio di maggio, il commissario per il mercato interno Thierry Breton e 20 amministratori delegati delle società leader nella produzione di elettrolizzatori hanno firmato una dichiarazione congiunta con la quale l’industria s’impegna ad aumentare di dieci volte le sue capacità di produzione di elettrolizzatori entro il 2025, fino a raggiungere 17,5 GW all’anno. Questo permetterà all’Unione europea di raggiungere una produzione annuale pari a 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030, ossia l’obiettivo stabilito nel REPowerEU dello scorso marzo 2022. Il tutto per migliorare l’approvvigionamento energetico sostenibile e sicuro dell’Europa e ridurre la dipendenza dell’Ue dal gas russo.