La resilienza della rete elettrica in tempi di coronavirus

La rete di trasmissione nazionale impegnata a garantire il massimo della qualità del servizio. Intervista a Giacomo Donnini, responsabile Strategie, sviluppo e dispacciamento di Terna.

COVID19: LA RESILIENZA DELLA RETE ELETTRICA

La rete elettrica di trasmissione nazionale ha mostrato una ottima capacità di resilienza di fronte alla pandemia che ha colpito pesantemente il nostro paese. Degli scenari relativi alla capacità delle reti elettriche di supportare carichi o troppo bassi (industriale) o alti (residenziale) in tempi di coronavirus abbiamo parlato con Giacomo Donnini responsabile Strategie, sviluppo e dispacciamento di Terna.

“Proprio in questo periodo è evidente l’importanza che il servizio elettrico riveste, con Terna impegnata a garantire il massimo della qualità del servizio”, dice Donnini. “Abbiamo attivato una unità di crisi per stabilire le azioni da porre in essere per garantire l’operatività della rete in presenza di una significativa riduzione dei consumi, sempre in costante contatto con la Protezione civile, il ministero dello Sviluppo economico e il regolatore Arera”, aggiunge l’ingegner Donnini. Si intravede comunque “da inizio aprile un piccolo segnale di recupero dovuto a una parziale ripresa dell’attività industriale. Grazie a una attenta gestione, il sistema è in grado di governare una situazione di basso carico”.

Quanto al personale, per l’emergenza coronavirus “siamo stati costretti a ridurre in maniera significativa i cantieri garantendo l’operatività delle squadre necessarie per assicurare l’esercizio del sistema. Terna ha il 70% dei dipendenti in smart working, il che permette a tutti noi di operare senza impatti sull’operatività dell’azienda. Stiamo ottenendo un eccellente risultato. Nelle sale di controllo della rete, dove è indispensabile la presenza del personale – aggiunge Donnini – abbiamo attivato una rotazione delle squadre, evitando i contatti tra i turni successivi, e nelle 8 ore di intervallo operiamo una sanificazione degli ambienti”.

1,5 MILIARDI DI INVESTIMENTI PER UN SISTEMA ELLETTRICO SICURO E EFFICIENTE

Nel nuovo piano industriale di Terna si stimano in 1,5 miliardi l’anno gli investimenti finalizzati ad accompagnare la transizione energetica per rendere il sistema elettrico sicuro ed efficiente. “I target per la transizione verso un sistema energetico a zero emissioni basato sulle fonti rinnovabili sono confermati, seguendo le indicazioni del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) approvato in sede europea”. Tra gli interventi ritenuti indispensabili, Donnini indica il collegamento HVDC Tyrrhenian Link tra Continente-Sicilia-Sardegna, “per il quale siamo già all’ingegnerizzazione di dettaglio”, il completo rifacimento del collegamento Sardegna-Corsica-Italia (SA.CO.I.3) e il collegamento HVDC per il rinforzo della dorsale adriatica.

Il Piano indica anche una maggiore capacità di scambio con l’estero grazie alle nuove interconnessioni che “dopo il recente avvio dell’elettrodotto con il Montenegro, interesseranno Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e un nuovo cavo con la Tunisia. Più capacità di interconnessione costituisce uno dei fattori abilitanti della transizione energetica perché in grado di dare maggiore flessibilità al sistema in presenza di un aumento della capacità di generazione da fonti rinnovabili”, precisa Donnini.

Quanto all’Italia, sono complessivamente 27 i nuovi progetti inseriti nel Piano per complessivi 300 km di nuove linee elettriche e la dismissione di oltre 400 km di linee esistenti. In particolare, il Piano “è focalizzato sulla realizzazione di nuovi elettrodotti e sulla razionalizzazione di porzioni di rete in aree particolarmente urbanizzate come la Brianza, o in corrispondenza di aree di ristrutturazione industriale”. Dando “sempre più importanza ai confronti con i territori e con gli stakeholder anche attraverso tavoli di confronto dedicati aperti alle Ong”.

Per Donnini, comunque, è importante considerare gli obiettivi della transizione energetica in un’ottica sincrona. Non bastano gli interventi predisposti dal Piano di Terna per garantire la flessibilità del sistema elettrico: “Bisogna ragionare in termini di nuovi investimenti nelle reti di trasmissione, di introduzione di segnali di prezzo di lungo termine, come il meccanismo del capacity payment, per assicurare investimenti in nuova capacità di generazione tradizionale e Fer e in sistemi di storage per i quali il Pniec prevede al 2030 4,5 GW di accumuli distribuiti, 6 GW di accumuli centralizzati. Tra questi gli impianti di pompaggio sono in grado di offrire anche servizi ancillari per la tenuta della rete”.

PUNTARE SU DIGITALIZZAZIONE

Inoltre, sempre in un’ottica di integrazione del mercato, “in presenza di 850 mila unità di generazione, bisogna puntare sulla digitalizzazione del sistema. E sperimentare nuove forme di flessibilità. Terna con Fca ha dato vita a Torino all’e-mobility Lab – sottolinea Donnini – per studiare le prestazioni e le capacità delle vetture elettriche di interagire con la rete grazie a un’infrastruttura di ricarica intelligente per erogare servizi a supporto della flessibilità e della stabilizzazione della rete elettrica”.