La Ricerca di Sistema guarda al futuro con i nuovi Accordi di Programma

Nuovo approfondimento di RES Magazine dedicato ale strategie di ENEA, CNR e RSE per la Ricerca di Sistema. Viviamo un momento eccezionale. La pandemia causata da Covid-19 ha prodotto, con una velocità inedita, un pesante impatto globale sia dal punto di vista sanitario che economico: molti settori produttivi hanno subito gravi contraccolpi. In questo quadro drammatico, il sistema elettrico ha mostrato una notevole resilienza: ha continuato a sostenere la domanda abituale ed è riuscito ad alimentare anche i nuovi servizi via web che hanno permesso di mantenere la rete delle relazioni lavorative e personali in una situazione in cui i movimenti fisici sono stati limitati.

Queste performance sono state rese possibili dal complesso degli investimenti in ricerca e sviluppo effettuati in campo energetico, con la Ricerca di Sistema che ha svolto un ruolo di primo piano. Ma gli anni che ci attendono richiederanno un impegno ancora maggiore. Il sistema energetico sta infatti subendo una profonda trasformazione. Da una parte cresce la spinta verso la decarbonizzazione che l’Unione europea ha indicato come traguardo al 2050. Dall’altra i confini tra un settore e l’altro del mondo energetico tendono a diventare più permeabili, anche per la necessità di conservare e riutilizzare la quota di elettricità da rinnovabili generata nei momenti di picco della produzione.

Dunque – anche considerando i target energetici legati al rispetto degli impegni assunti dall’Italia per rispettare l’accordo Onu sul clima firmato a Parigi nel 2015 – capiamo perché il governo italiano abbia sentito il bisogno di accelerare. Tra gli strumenti messi in campo, in questo focus di RES Magazine, ne vogliamo segnalare due.

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Il primo riguarda l’ente che promuove il magazine che state leggendo. Si tratta degli Accordi di programma che poggiano sui Piani triennali. “La CSEA, da sempre operativa nella Ricerca di Sistema, ha affrontato con impegno e dedizione le nuove sfide derivanti dalla riforma introdotta con il decreto del 16 aprile 2018 che disegna per la Cassa un ruolo di ancora maggiore rilevanza e responsabilità”, spiega una nota della Cassa per i servizi energetici e ambientali. “Il primo effetto di tale impegno è proprio l’avvio di questi nuovi Accordi di programma, che vedono tradotti nei Piani triennali di realizzazione tutti gli sforzi fatti nell’affrontare una pianificazione delle attività del triennio 2019-2021 coordinata, funzionale agli obiettivi e mirata ad ottenere benefici per gli utenti del sistema elettrico nazionale, di fatto i finanziatori di tali progetti”.

La prima fase di attuazione della riforma – continua la Cassa per i servizi energetici e ambientali – prevede una rinnovata e più intensa sinergia e collaborazione tra la CSEA e il Ministero. In questo modo è stato possibile mettere in piedi nuove procedure, in un’ottica di sempre maggiore snellezza e funzionalità alle esigenze del sistema stesso e degli Affidatari che svolgono i progetti. Il punto di riferimento del processo avviato è pragmatico: sono i risultati che questo meccanismo è chiamato a perseguire. E la promozione dei risultati dei progetti finanziati, in modo da rafforzare quanto già fatto e valutare l’opportunità di ulteriori iniziative.

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Sulla stessa lunghezza d’onda il Mise, che sottolinea come la Ricerca di sistema elettrico entri in una nuova fase di programmazione con la stipula dei nuovi accordi di programma con ENEA, CNR e RSE: “Le scelte strategiche di fondo del Piano Triennale 2019-2021 sono state infatti assunte in conformità agli obiettivi generali espressi in campo europeo dal SET-Plan e in campo nazionale dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Il Ministero dello Sviluppo economico ha ritenuto essenziale favorire un approccio integrato alla Ricerca di Sistema elettrico rispetto alla pluralità di fonti e vettori energetici, alla luce sia della sempre maggiore esigenza di flessibilità, sia della progressiva integrazione delle funzioni di regolazione. Il percorso di progressiva transizione verso modelli energetici a ridotte emissioni richiede un impegno importante a sostegno dell’evoluzione tecnologica e per la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie. L’obiettivo è creare le condizioni di sistema affinché la partecipazione dell’industria e dei centri di ricerca pubblici e privati italiani ai futuri programmi di ricerca previsti sia dal Green Deal che dal futuro Programma Horizon Europe sia più ampia e meno frammentata. E quindi arrivi a proporsi efficacemente per un ruolo più incisivo e raccolga maggiori successi di quanto non sia avvenuto in passato”.

La ricerca italiana sulle tecnologie energetiche, dopo un periodo di forte frammentazione, negli ultimi anni sta infatti evolvendo verso un quadro più coordinato di iniziative, favorite anche dalla collaborazione tra gli enti di ricerca nell’ambito della Ricerca di Sistema elettrico e dall’allineamento alle Azioni-chiave del SET Plan.

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“Non è un caso”, continua la nota del Mise, “che il Ministero dello Sviluppo economico abbia affidato ad ENEA, CNR e RSE la rappresentanza dell’Italia nell’ambito dell’iniziativa internazionale Mission Innovation, a cui l’Italia ha aderito nel corso della COP21 di Parigi, con l’obiettivo di promuovere l’accelerazione dell’innovazione tecnologica a supporto della transizione energetica attraverso un aumento significativo di fondi pubblici dedicati alla ricerca cleantech. Ciò ha consentito una valorizzazione delle attività svolte in ambito Ricerca di sistema elettrico, in particolare nel settore delle reti attive, dei materiali avanzati per l’energia, dell’efficienza e dell’idrogeno”.