L’Hydrogen valley di Capo D’Orlando si potenzia grazie a MI

Ulteriori risorse per l’Hydrogen valley siciliana. Obiettivo: lanciare applicazioni con il territorio e per il territorio

Capo D’Orlando è senz’altro una delle esperienze più significative per la ricerca italiana sull’idrogeno. Nella cittadina a due passi da Messina è già da tempo attiva una Hydrogen valley. Un’area di proprietà del Comune, principale stakeholder dell’iniziativa, all’interno di un insediamento industriale è divenuta un dimostratore di applicazioni legate a questo vettore sempre più strategico per la transizione energetica. Intervento che ha già beneficiato, nel tempo, di specifici finanziamenti per attività di Ricerca e Sviluppo. Ora, grazie alle ulteriori risorse garantite da Mission Innovation, l’asticella si alza.

“L’obiettivo è quello di promuovere e innestare sul territorio tecnologie legate alla produzione, stoccaggio e utilizzazione dell’idrogeno, puro o in miscela con gas naturale o attraverso l’impiego di hydrogen carriers liquidi”, spiega Marco Ferraro del CNR. “Partiamo da soluzioni che hanno già un TRL 4, ossia tecnologie che hanno dimostrato un elevato potenziale in laboratorio. Puntiamo ad arrivare almeno a 7 attraverso la creazione di un’esperienza su larga scala”. Il technology readiness level è un indicatore che descrive il grado di maturità di una tecnologia, il livello 7 è quello che precede lo sviluppo commerciale della tecnologia. “Parliamo di tecnologie innovative già validate in laboratorio. Noi vogliamo scalarle in potenza e portarle in contesti applicativi reali grazie al coinvolgimento di attori industriali e alla realizzazione di un ampio eco-sistema collegato al territorio”.

L’Hydrogen demo valley di Capo d’Orlando è già fornita di una stazione di rifornimento di idrogeno (operante a 350 bar) e alimentata da un impianto fotovoltaico grazie al quale si produce idrogeno verde per alimentare un minibus e una flotta di bici a pedalata assistita. Per garantire la continuità di rifornimento, è presente anche un innovativo sistema di co-produzione di idrogeno ed energia elettrica da metano e biogas. “Con questo nuovo finanziamento puntiamo ad ampliare il raggio d’azione di queste soluzioni tecnologiche – prosegue Ferraro . Uno degli obiettivi principali è quello di sviluppare un sistema di trasporto basato sull’idrogeno, sia per trasporti terrestri che marini. Ad esempio, per la logistica dell’ultimo miglio e la nautica da diporto. Un sistema che sia a beneficio del territorio regionale”.

Dal punto di vista tecnologico, il contributo della ricerca si concentra nelle varie fasi della filiera. Molte le applicazioni innovative. Qui segnaliamo le principali. Sul lato della produzione, ad esempio, il CNR è al lavoro su di un dispositivo che combina fotovoltaico bifacciale ed elettrolizzatori innovativi (AEM e SOE). Per ciò che concerne il trasporto e la distribuzione, è prevista un’attività per l’efficientamento nel processo di sintesi dell’ammoniaca, utilizzata come vettore liquido dell’idrogeno verde. Una delle azioni prioritarie dell’iniziativa Mission Innovation riguarda proprio l’utilizzo dell’ammoniaca quale vettore dell’idrogeno sul quale puntano Paesi come Giappone e Australia. Sul versante degli utilizzi, uno degli obiettivi è lo sviluppo di sistemi di propulsione per veicoli ibridi (ad esempio batterie/fuel cell) o total fuel cell che possano essere alimentati sia ad idrogeno puro che con miscele idrogeno/metano. “Abbiamo attivato interlocuzioni con importanti marchi dell’automotive – aggiunge Ferraro – per una sperimentazione su veicoli già commercializzati o in fase di commercializzazione”.

Un aspetto innovativo di questo intervento che va sicuramente valorizzato è quello della co-progettazione. Con un approccio che si ispira al concetto della “quadrupla elica” per il processo di trasferimento tecnologico. “È un modello che punta a coinvolgere tutti i portatori di interesse – spiega Ferraro – Il mondo della ricerca; la formazione, fondamentale per il reskilling dei lavoratori dell’indotto petrolchimico; i soggetti privati; gli amministratori pubblici”.
Per potenziare questa interazione, il progetto prevede anche la realizzazione di una piattaforma informatica accessibile a tutti. “Uno strumento per realizzare un doppio flusso di informazioni: da un lato per migliorare il trasferimento dalla ricerca al territorio. Dall’altro, per indirizzare meglio la ricerca con gli input che possono arrivare dai diversi stakeholder. Vogliamo lasciare a valle del progetto un vero e proprio ecosistema dell’innovazione”.