L’innovazione Enea per la Vertical Farm

Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) a Expo c’è, con una presenza qualificata. Tra le sue proposte spicca la Vertical Farm, esposta nel Future Food District e primo prototipo italiano di serra verticale. La struttura utilizza un sistema idroponico che permette la coltivazione al di fuori del suolo usando solamente acqua e sostanze nutritive, senza pesticidi, con rifiuti zero ed emissioni zero (tutti i prodotti vengono continuamente riutilizzati al suo interno). Acqua e fertilizzanti sono riciclati in maniera integrale. Inoltre la serra è alimentata da fonti energetiche rinnovabili. La Vertical Farm richiede molto meno spazio di una coltivazione tradizionale e consente a qualsiasi tipo di pianta di crescere in substrati alternativi alla terra come argilla espansa, lana di roccia e torba pressata. L’illuminazione a Led replica le condizioni naturali e accelera la fotosintesi clorofilliana; all’interno c’è un impianto automatico che distribuisce acqua e sostanza nutritive in modo computerizzato, mentre un impianto di condizionamento climatico agisce sulla temperatura e l’umidità.

Tutte ovviamente incentrate sul cibo e la nutrizione, tema-cardine dell’Expo, le altre novità portate da Enea alla manifestazione: sensori per individuare l’adulterazione dei cibi, tecnologie per la tracciabilità degli alimenti, biofarmaci, packaging ecologico, insetticidi naturali che non inquinano l’ambiente, produzione di energia verde con il solare a concentrazione (la tecnica che sfrutta la riflessione dei raggi solari attraverso superfici riflettenti come gli specchi), produzione di biocarburanti da scarti alimentari e progetti per coltivare terre aride come quelle africane.

Tra queste tecnologie spicca la metodologia messa a punto dai ricercatori del Laboratorio di tracciabilità del Tecnopolo Enea di Bologna per scoprire i tentativi di contraffazione e controllare l’autenticità di un prodotto alimentare attraverso l’analisi dell’impronta lasciata dagli isotopi sui prodotti. Grazie alla spettrometria di massa degli isotopi pesanti è possibile infatti identificare un utilizzo di materie prime e di processi diversi da quelli dichiarati e capire l’origine del prodotto e il suo percorso dalla nascita alla messa in commercio.

a cura di Marco D’Amato