L’innovazione vince nelle rinnovabili

anno 2013 è ancora in corso e non sappiamo quali saranno i risultati finali di un lungo scontro brevettuale tra aziende che vogliono mantenere la propria leadeship innovativa sulle concorrenti. Quello che possiamo fare è rivolgere uno sguardo agli anni passati per valutare le tendenze del mercato dell’innovazione nel settore delle energie rinnovabili e della green economy.

L’economia green non è più un modo di dire ma rappresenta un enorme business per le aziende produttrici, e non solo. Il modo migliore per incrementare e proteggere questo business è tramite la brevettazione di processi e prodotti che andranno sul mercato.

Analizzando i dati forniti dall’EPO – European Patent Organization [1] -,  notiamo che negli ultimi anni l’incremento di domande di brevetto ricevute dagli uffici brevetti nazionali dei Paesi aderenti [2] al sistema del brevetto europeo  è cresciuto dalle 222.572 del 2007 alle oltre 245.000 del 2012 con una leggera flessione nel 2009. Nel solo 2011 l’incremento di domande di brevetti è stato, rispetto all’anno precendente, del 3,7%. Per quanto concerne i brevetti europei depositati direttamente, o provenienti da un deposito PCT ed entranti nella “fase Europea”, si è avuto un decremento di circa il 5% rispetto all’anno precedente, probabilmente dovuto ai costi più elevati. Entrando più nello specifico, ed analizzando le statistiche dei brevetti europei, vediamo che si è passati da 93.359 domande di brevetto europeo nel 2008, a 94.060 nel 2012 con un incremento percentuale del 2,3%. Un indice di crescita positivo per l’economia e l’innovazione europea ma inferiore rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti, che nel medesimo periodo hanno avuto un incremento percentuale del 5,6% e rispetto alle economie di Cina, Giappone e Korea che, congiuntamente, hanno avuto un incremento delle domande brevettuali pari al 9,6%.

La rapida analisi delle statistiche ci porta a vedere come si suddividono, in campo tecnologico, i brevetti che vengono depositati e chi sono i maggiori fruitori dei servizi brevettuali in Europa.

La tecnologia medica è rimasta, anche nel 2012, ambito leader delle domande brevettuali. Al secondo posto il settore dell’energia.

L’azienda leader per domande di brevetti, nel 2012, è stata Samsung con 2.289 domande di brevetto seguita da Siemens con 2.193. Al terzo posto BASF con 1.713 domande di brevetto.

L’azienda americana General Electric risale dal settimo al quarto posto – 1.702 domande di brevetto – e l’analizzeremo poco più avanti perché al centro di un efficace giro virtuoso dovuto al suo reparto R&D.

Gli ambiti di innovazione che abbiamo ritenuto oggi analizzare, e che possono ricollegarsi con il settore delle energie rinnovabili, sono quelli della chimica, dell’elettrotecnica e dell’ingegneria meccanica. La chimica come strumento per la produzione di nuove biomasse, l’elettrotecnica e l’ingegneria meccanica per lo studio di nuovi processi e soluzioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Samsung e Siemens si pongono al mondo consumer, in senso ampio quali veri e propri consumatori o aziende che utilizzano i loro prodotti, in due modi differenti. In particolar modo analizziamo la seconda classificata che si pone direttamente come produttrice di sistemi di produzione di energie alternative tramite la creazione di turbine per centrali a vapore e biomasse. Inoltre Siemens è leader nella produzione di pannelli fotovoltaici, centrali eoliche ed idroelettriche, settori in cui l’innovazione svolge un ruolo fondamentale per poter rimanere leader di mercato o per aspirare a tale posizione.

Un’altra azienda che sarebbe interessante analizzare è Philips, scesa dal secondo posto del 2011 al dodicesimo nel 2012 con 1.160 domande di brevetto. Philips è propensa all’innovazione pur non producendo parti di centrali eoliche o biomasse. Le sue innovazioni green sono destinate alla riduzione dei consumi ed all’immissione di minori agenti inquinanti nell’atmosfera. Un esempio tra tutti è dato dalle lampade a led: se pensiamo che il 19% dell’energia globale prodotta è utilizzata per illuminare la nostra vita e calcoliamo che una lampada a led consuma circa l’85% in meno rispetto ad una lampada ad incandescenza con una durata nel tempo almeno doppia rispetto alla normale incandescenza. Così anche Philips innova nel settore dell’energia. C’è di più: molti prodotti Philips, e il loro packaging, sono ecocompatibili e i loro costi di produzione dal punto di vista energetico, riducono del 10% l’impatto delle emissioni di CO2 in atmosfera rispetto ad un’azienda non-green.

In ultima analisi il colosso General Electric: tramite il progetto “Ecomagination” per lo sviluppo di prodotti e tecnologie green, ha investito, nel 2010, 1,8 miliardi di dollari per progetti R&D nell’ambito Ecomagination. Nel 2011 è riuscita ad incassare quasi il 17% in più rispetto al 2010 solamente dalle vendite derivanti dal portafoglio del progetto Ecomagination. Ha ridotto le emissioni di CO2 del 29% rispetto al 2004. La società calcolava di investire oltre 10 miliardi di dollari tra il 2010 ed il 2015 nel suddetto progetto.

Come si è visto, molteplici sono le soluzioni che portano ad innovare nell’ambito del settore energetico, siano esse dirette o indirette. Certamente il settore R&D di ciascuna azienda dovrebbe essere quello meglio finanziato, qualora l’azienda aspiri ad avere un respiro internazionale e di lungo periodo. Appare comunque chiaro che i progetti R&D delle aziende debbano essere protetti tramite l’utilizzo degli strumenti più adatti quali, ad esempio, la brevettazione che transiterà da costo iniziale a valore aggiunto per l’azienda al momento della sua immissione in commercio.

di Andrea Valente Cioncoloni

Laureato in giurisprudenza, Andrea Valente Cioncoloni ha conseguito un master sulla proprietà intellettuale con specializzazione in marchi e design. E’ socio della Studio Consulenza Brevetti Cioncoloni Srl e svolge la professione di avvocato, specializzato in proprietà intellettuale in Italia e all’estero.

 

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1 Fonte: www.epo.org

2 wwwstudioconsulenzabrevetti.it/_upload/dwn/Paesi_Brevetto_Europeo.pdf