Obserbot: la sicurezza delle infrastrutture passa anche dai social

Sondare i circuiti informativi e i social network per ottenere informazioni sui malfunzionamenti che interessano la rete elettrica, e più in generale i servizi essenziali, per favorire il pronto intervento degli operatori. È ciò che punta a fare Obserbot, un programma che un team dell’Enea sta sviluppando nell’ambito delle attività del laboratorio APIC- Analisi e protezione delle infrastrutture critiche.

Parliamo di un “software robot” nel senso di un’applicazione che esegue una serie di operazioni in maniera automatizzata. Obserbot, come si intuisce anche dal nome, è un osservatore: scruta la rete alla ricerca di notizie che riportano situazioni di mancata fruibilità delle infrastrutture critiche, ci spiega Gregorio D’Agostino, team leader dello sviluppo del software. L’idea è nata circa tre anni fa. Il programma lavora grazie ad una serie di algoritmi euristici. Nella versione attuale vengono analizzate notizie provenienti da fonti certificate, che possono essere agenzie di stampa o giornali on line. Una volta stabilito se si tratta di una notizia pertinente, l’algoritmo confronta gli elementi dell’accaduto con una tassonomia per stabilire di quale infrastruttura stiamo parlando, il tipo di disservizio e il luogo dove è accaduto.

OBSERBOT: RISULTATI VALIDI AL 94%

Molta dell’intelligenza del software sta nello stabilire la pertinenza di una notizia: “Per evitare di incappare in risultati falsi postivi, ci basiamo sul concetto di ‘temperatura della lingua’”, continua D’Agostino. “Vengono individuate le sequenze e i gruppi di parole più utilizzati quando si parla di problemi alle infrastrutture. A ciascuno di esse viene attribuito un punteggio. Le notizie che accumulano il punteggio più alto sono quelle che vengono considerate pertinenti. Dalle prime sperimentazioni abbiamo potuto verificare un tasso di efficienza del 94%”.

Tra il giugno 2016 e il maggio 2017, Obserbot ha analizzato oltre 6.500 Google Alerts andando quindi a formare una prima anagrafe di questi eventi. Il 40% delle interruzioni hanno riguardato il servizio idrico, in particolare causate dall’anzianità della rete o dalla mancanza di manutenzione. Circa un quarto invece le notizie relative alla fornitura di corrente elettrica. È chiaro come questo lavoro negli anni possa fornire una preziosa mole di dati per “fotografare” lo stato di salute delle nostre infrastrutture e guidare le scelte di investimento e manutenzione.

L’”INTELLIGENZA DISTRIBUITA” DEI SOCIAL PER LA SICUREZZA DELLE INFRASTRUTTURE

Il passo successivo, sul quale è già al lavoro il team Enea, è l’analisi di Twitter e di altri social network. “L’obiettivo è riuscire a estrarre conoscenza da quelli che ho definito ‘wild data’, dati selvatici, ovvero spontanei, non richiesti o stimolati”, aggiunge il team leader del progetto. Dati che richiedono un surplus di controllo rispetto a quelli che arrivano da fonti certamente più credibili come gli organi di informazione tradizionali.

“Chiaramente – conclude D’Agostino – bisogna capire se quella segnalazione arriva da un utente reale, l’occorrenza e la distribuzione della segnalazione e poi fare un riscontro oggettivo con gli operatori. Ad esempio, in presenza della segnalazione di un disservizio sul sistema elettrico si può andare a verificare la potenza assorbita da un determinato tratto di rete. Mettendo in connessione la segnalazione spontanea fatta dal cittadino con l’osservazione oggettiva di un calo di assorbimento su di un tratto della rete, possiamo ragionevolmente stabilire la veridicità della situazione. Ciò consentirebbe un early warning impossibile in presenza di notizie da agenzie o giornali, e si favorirebbe così un intervento più immediato per il ripristino. Obserbot stesso diventerebbe una fonte primaria di notizie”.

Il vantaggio è notevole, se si pensa che i disservizi possono anche essere causati da azioni ostili deliberate, come ad esempio gli attacchi informatici. In futuro Obserbot potrebbe coinvolgere attivamente i cittadini, chiamati a partecipare a questa azione diffusa di monitoraggio delle infrastrutture o, ad esempio, della rete di illuminazione. Tramite una applicazione potranno comunicare direttamente con il bot il quale, verificata la sussistenza o meno di un problema sulla rete, potrà favorire l’intervento di ripristino.