Opower: “Così si possono risparmiare 12 TWh l’anno in Europa”

Non solo nuova tecnologia: la ricerca può dare risultati brillanti anche nel campo degli studi comportamentali. È il caso dell’efficienza energetica e del miglior uso delle risorse, un settore in cui è fondamentale attivare una forte motivazione dei consumatori. Ci è riuscita Opower, un’azienda nata nel 2007 e oggi attiva in 7 Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Canada). Il suo impegno ha permesso di risparmiare finora 6 terawattora e di evitare emissioni di CO2 equivalenti a quelle prodotte da quasi 900 mila automobili in un anno. Da uno studio risulta che, applicando questo sistema a 26 paesi europei, si possono risparmiare ogni anno 12 terawattora, evitare  3,3 milioni di tonnellate di CO2  e risparmiare 2,4 miliardi di euro.

“I fattori dietro a questo successo sono tre”, spiega Giulia Gioffreda, Regulatory Affairs manager di Opower per Europa, Medio Oriente e Africa. “Il primo è la grande quantità di dati processati nel corso dell’attività dell’azienda: 380 miliardi di letture di contatori. Il secondo è l’abilità nell’utilizzarli. Il terzo lo sviluppo delle ricerche di psicologia comportamentale per motivare le decisioni”.

Il punto di partenza del ragionamento di Opower è che l’approfondimento dei temi energetici non è uno di quegli argomenti che competono con il calcio nelle discussioni  da bar. Come renderlo capace di penetrare ogni casa e di restare radicato nell’attenzione in modo da modificare i comportamenti quotidiani?

La risposta è venuta da una serie di sperimentazioni iniziate a San Diego, in California. “Abbiamo provato a lanciare vari messaggi per motivare azioni di efficienza energetica: fatelo per l’ambiente, fatelo per risparmiare, fatelo per il Paese”, continua Gioffreda. “Nessuno di questi messaggi ha dato risultati particolarmente interessanti. Poi abbiamo paragonato le bollette dell’utente a cui ci rivolgevamo con quelle dei vicini più virtuosi facendo vedere quanto le loro bollette scendevano, quanto quell’azione era utile per l’ambiente. Immediatamente il trend è cambiato: funzionava”.

Per raggiungere l’obiettivo non basta parlare genericamente di un vicino virtuoso. Ci vuole uno studio di localizzazione dell’utenza che permetta di inserire il consumatore in un contesto preciso (se è in affitto o proprietario, in quale area geografica si trova, in che stagione si fa partire il messaggio). Poi, in quel contesto, si misurano le eccellenze e si raffronta il dato di un consumo possibile (perché effettivamente in atto) con quello dell’utente distratto.

È un’operazione interessante, ma che sembrerebbe avere un difetto: le aziende che utilizzano queste sistema vedono crescere le azioni di risparmio e diminuire i consumi, dunque gli incassi. Non è un problema? “No perché nel settore delle utilities la concorrenza è molto forte”, risponde Gioffreda. “Un’azienda per tenere i suoi clienti e conquistarne di nuovi deve offrire vantaggi concreti. Il nostro servizio è un vantaggio concreto che ha come risultato la fidelizzazione del cliente. Per questo è un’operazione considerata winwin: vince il consumatore, vince l’azienda, vince l’ambiente”.

In Italia, secondo i calcoli di Opower,con un programma di efficienza energetica basato sull’analisi delle motivazioni comportamentali si  potrebbe ottenere in un anno un risparmio di 250 milioni di euro, 1,3 terawatt/ora di consumi in meno, un taglio di 400 mila tonnellate di Co2.

A cura della Redazione