Pacchetto energia: le misure del piano Clean Energy for all

Per far fronte agli impegni presi con l’Accordo di Parigi in un orizzonte 2030, la Commissione europea ha presentato un corposo pacchetto di misure che toccano diversi aspetti del settore energetico: efficienza, rinnovabili, smart buildings, regole di mercato, investimenti. Le misure previste dal piano Clean Energy for all potrebbero stimolare, secondo le cifre fornite della stessa Commissione, investimenti pubblici e privati pari a 177 miliardi di euro ogni anno a partire dal 2021, un aumento dell’1% del PIL nell’arco del prossimo decennio, nonché creare complessivamente 900.000 nuovi posti di lavoro. Le novità sono molteplici, ecco le più significative.

Alcune delle norme più importanti riguardano l’efficienza. Innanzitutto, l’obiettivo di riduzione dei consumi al 2030 passa dal 27 al 30%, obiettivo vincolante al quale dovrà contribuire ciascuno dei 28 paesi membri secondo il proprio piano nazionale per l’energia e il clima. L’innalzamento del target dell’efficienza potrebbe determinare nel 2030 una diminuzione dell’importazione di combustibili fossili del 12%, con un risparmio di 70 miliardi di euro. A questa decisione si affiancano alcune modifiche della direttiva sull’efficienza. In particolare, viene esteso dal 2020 al 2030 l’obbligo per distributori e società di vendita di conseguire, per ciascun anno, risparmi pari all’1,5 % del volume delle vendite medie annue di energia ai clienti finali. Misura che dovrebbe, da sola, contribuire a raggiungere la metà del target complessivo fissato.
Modifiche sono avanzate anche per la direttiva sulla performance energetica degli edifici. Si rinnova l’impegno comunitario per migliorare un settore che assorbe il 40% del consumo finale di energia di tutto il continente con i tre/quarti del costruito ancora lontano dai requisiti minimi di efficienza. Le misure proposte puntano a promuovere l’efficientamento anche attraverso soluzioni smart: in questa ottica, viene introdotto un nuovo indicatore – ancora da definire in maniera puntuale – da includere nelle certificazioni energetiche: servirà a stabilire il grado di efficienza raggiunto dall’edificio grazie a tecnologie Ict. Vengono inseriti inoltre nuovi criteri per la predisposizione di punti di ricarica per veicoli elettrici nei nuovi condomini.

Il winter package, com’è stato ribattezzato dai media, interviene anche sulle rinnovabili, il cui target al 2030 rimane ancorato al 27%. Una delle misure già annunciate da tempo è la cancellazione delle priorità di dispacciamento. La novità non si applica agli impianti esistenti, ma solo ai nuovi, con potenza superiore a 500 kW. Dal 2026 tale soglia scenderà a 250 kW . La Commissione punta su nuove tipologie di incentivi per la clean energy come, ad esempio, una radicale semplificazione (“one stop shop”) e tempi certi per gli iter autorizzativi.
Tra le altre proposte va citata quella che interviene sul meccanismo del capacity payment, ovvero la remunerazione degli impianti per il solo fatto di essere in grado di garantire una produzione costante di energia. A partire dal 2026 potranno avere accesso al capacity payment soltanto gli impianti con una soglia di emissione al di sotto dei 550 grammi di CO2 per kW/h.
Bruxelles, inoltre, sottolinea la libertà dei cittadini di poter autoconsumare energia – senza indebite restrizioni da parte dei singoli Stati membri – e di immettere in rete, a prezzo di mercato, l’energia prodotta in eccesso. Le nuove misure vanno nella direzione di favorire la generazione distribuita anche promuovendo la formazione di “comunità energetiche”.
Novità, infine, anche per i biocarburanti: quelli avanzati, ad esempio, dal 2020 dovranno garantire un livello di emissioni di gas serra inferiore del 70% rispetto ai combustibili fossili.

Di Francesco Sellari