PNIEC: il punto su ricerca e innovazione

Il Pniec, Piano nazionale integrato per l’energia e clima indica i criteri fondamentali per il settore energetico.

La decarbonizzazione, l’economia circolare, l’efficienza, l’uso razionale ed equo delle risorse naturali sono insieme “obiettivi e strumenti per un‘economia più rispettosa delle persone e dell’ambiente, in un quadro di integrazione dei mercati energetici nazionale nel mercato unico e con adeguata attenzione all’accessibilità dei prezzi e alla sicurezza degli approvvigionamenti e delle forniture”. È il quadro che delinea il Piano nazionale integrato per l’energia e clima (Pniec) per l’Italia al 2030. E che si inserisce pienamente nell’orientamento comunitario volto a rafforzare la decarbonizzazione dell’economia delineata nel Green New Deal.

PNIEC: I CRITIERI GUIDA PER LE POLITICHE AL 2030

Tra gli impegni assunti dall’Italia nel Pniec è espressamente indicata l’intenzione di ”accompagnare l’evoluzione del sistema energetico con attività di ricerca e innovazione che, in coerenza con gli orientamenti europei, sviluppino soluzioni idonee a promuovere la sostenibilità, la sicurezza, la continuità e l’economicità di forniture basate in modo crescente su energia rinnovabile in tutti i settori d’uso e favoriscano il riorientamento del sistema produttivo verso processi e prodotti a basso impatto di emissioni di carbonio che trovino opportunità anche nella domanda indotta da altre misure di sostegno”.

Il Pniec indica i tre criteri fondamentali che ispireranno l’azione su ricerca e innovazione nel settore energetico: a) finalizzazione delle risorse e delle attività allo sviluppo di processi, prodotti e conoscenze che abbiano uno sbocco nei mercati aperti, dalle misure di sostegno all’utilizzo delle tecnologie per le rinnovabili, l’efficienza energetica e le reti; b) integrazione sinergica tra sistemi e tecnologie; c) vedere il 2030 come una tappa del percorso di decarbonizzazione profonda, su cui l’Italia è impegnata coerentemente alla Strategia di lungo termine al 2050, nella quale si ipotizzano ambiziosi scenari di riduzione delle emissioni fino alla neutralità climatica. Inoltre le misure di sostegno all’innovazione dei settori diversi da quello energetico, nell’ottica del Green New Deal, dovranno favorire l’ammodernamento del sistema produttivo.

LE INIZIATIVE INTERNAZIONALI A PARTIRE DA MISSION INNOVATION

Riguardo alle iniziative internazionali nell’ambito della ricerca e innovazione, nel corso della Cop21 di Parigi l’Italia ha aderito a Mission Innovation, iniziativa multilaterale che ha l’obiettivo di promuovere l’accelerazione dell’innovazione tecnologica a supporto della transizione energetica attraverso un aumento significativo di fondi pubblici dedicati alla ricerca clean tech. L’iniziativa è articolata in una serie di “Innovation Challenges”. Quindi l’Italia ha assunto un ruolo di co-leadership, congiuntamente a India e Cina, sullo sviluppo delle smart grids che ha portato alla costituzione dell’iniziativa Isgam (Implementing agreement for a co-operative programme on smart grids) in ambito Agenzia internazionale dell’energia e alla cui presidenza troviamo l’italiano Luciano Martini di Rse.

A livello di risorse finanziarie nel contesto di Mission Innovation, l’Italia si è impegnata a raddoppiare il valore del portafoglio delle risorse per la ricerca pubblica in ambito clean energy, dai circa 222 milioni di euro nel 2013 ai circa 444 milioni a partire dal 2021. Nell’ambito della strategia Europa 2020, l’Italia ha adottato un target di spesa al 2020 pari all’1,53% del Prodotto interno lordo.

SMART GRID, MATERIALI AVANZATI, RINNOVABILI INNOVATIVE

Il sistema nazionale della ricerca, oltre che sulle smart grid, ha in particolare focalizzato l’attenzione sui carburanti alternativi, sui materiali avanzati per l’energia, sul riscaldamento e raffrescamento zero emission e sull’idrogeno. Il ministero dello Sviluppo economico, che coordina le iniziative di Mission Innovation, ha creato due livelli di governance: il primo con una task force dei ministeri coinvolti (competente principalmente per la parte sul raddoppio dei fondi pubblici); il secondo con una task force “operativa”, rappresentata dai principali organismi di ricerca pubblici (Enea, Cnr, Rse).

Per l’Italia, lo Strategic Energy Technology (Set Plan) rappresenta lo strumento fondamentale per affrontare le nuove sfide poste dalla decarbonizzazione. Tra le priorità strategiche del Set Plan di cui l’Italia ha assunto la leadership unitamente ad altri Stati membri, nell’ambito degli Implementation Plan, sono indicate la leadership europea nello sviluppo delle fonti rinnovabili innovative, in particolare della geotermia; gli strumenti per abilitare la partecipazione dei consumatori alla transizione energetica, con particolare impegno sulle smart grids; nuovi carburanti rinnovabili per la mobilità sostenibile.

“L’Italia ritiene pertanto necessaria una gestione organica e integrata della ricerca nel settore dell’energia – si legge nel Pniec – sia del Set Plan che di Mission Innovation, per migliorare l’efficienza e l’efficacia delle risorse stanziate”. Perché il Set Plan “costituirà nei prossimi anni il punto di riferimento per gli investimenti a livello di Ue, nazionale e regionale e per gli investimenti privati a favore della ricerca e dell’innovazione nel settore energetico”. L’obiettivo è quello di creare le condizioni di sistema, viene specificato, “affinché la partecipazione dell’industria e dei centri di ricerca pubblici e privati italiani ai futuri programmi di ricerca previsti sia dal Set Plan/Horizon Europe che da Mission Innovation sia più ampia e meno frammentata, arrivi a proporsi efficacemente per un ruolo più incisivo e raccolga maggiori successi di quanto non sia avvenuto in passato”.
I principali obiettivi hanno lo scopo di presidiare e sviluppare tecnologie di prodotto e di processo essenziali per la transizione energetica nonché favorire l’introduzione di tecnologie, sistemi e modelli organizzativi e gestionali funzionali alla transizione energetica e alla sicurezza.

FOTOVOLTAICO AD ALTA EFFICIENZA E SISTEMI DI ACCUMULO

Tra le tecnologie verso cui indirizzare gli sforzi, nel Pniec vengono indicate lo sviluppo di componenti e sistemi per il fotovoltaico ad alta efficienza; dei sistemi di accumulo, compresi i power to gas finalizzati in particolare allo storage. Va inoltre investigato lo sviluppo di componenti e materiali per migliorare la sicurezza e la resilienza delle reti elettriche e per l’incremento delle prestazioni energetiche e ambientali degli edifici, oltre a migliorare l’efficienza energetica di prodotti e processi industriali.
Per ottenere questi risultati, vista la necessità di investimenti ampi, è fondamentale costruire “alleanze larghe e di dimensione europee e anche extra-europee, che mettano insieme tutti i soggetti interessati (istituzioni, università e centri di ricerca, imprese) per supportare le attività di R&S nel settore e facilitare l’introduzione nel mercato delle nuove tecnologie”, sviluppando anche misure che intervengano sul quadro normativo e regolatorio, con lo scopo di abbattere le barriere d’ingresso al mercato e sostenere l’attrazione di finanziamenti e il ritorno degli investimenti. In tal senso, occorre “migliorare e ottimizzare le sinergie nel triangolo Università, Enti di ricerca, Imprese, operando una distinzione tra la ricerca pubblica di lungo periodo e quella industriale innovativa più rispondente alle esigenze di politica industriale nazionale, caratterizzate da TRL (Technology Readiness Level) diversi”.