Progetto Bando B della Ricerca di Sistema – SDMxDSM

Gestione dell’energia: i sistemi che fanno risparmiare

SDMxDSM. E’ un acronimo che sta per “Sistemi e Dispositivi di Telemisura” per l’applicazione di tecniche di “Demand Side Management”. In sostanza è un progetto per la gestione e il controllo della domanda di energia alle piccole utenze sviluppato dal capofila CO.M.E.A. (Consorzio per il miglioramento dell’efficienza energetica e ambientale) in collaborazione con gli assegnatari (Business Solutions S.r.l., Università di Salerno – Dipartimento di Ingegneria Industriale e Università di Cassino – Laboratorio di Management e Diffusione dell’innovazione).

“Il progetto consiste nello sviluppo di dispositivi, architetture di rete e software che consentono ai gestori della rete di controllare in modo diretto la quantità di energia elettrica a disposizione di ogni singola utenza sulla base di una strategia di gestione centralizzata e orientata alla riduzione dei costi dovuti ai consumi energetici”, precisa il responsabile scientifico del progetto, Antonio Pietrosanto, professore ordinario di Misure elettriche ed elettroniche all’Università di Salerno e responsabile del Gruppo ricerca misure elettroniche dell’UniSa dal 1999.

Cosa serve per realizzare queste architetture di rete?
“Servono soprattutto dispositivi di telemisura dei consumi con avanzate capacità di comunicazione. Sulla base di comandi ricevuti via rete è possibile modificare in modo graduale la potenza massima a disposizione di ogni singolo utente, in modo da ottimizzare i consumi. Naturalmente è anche necessaria una rete di trasferimento delle misure e dei comandi tra l’unità centrale e l’utente”.

Come è nato e come si è sviluppato questo progetto?
“Il progetto è nato dalla collaborazione ventennale tra i gruppi di ricerca sulle misure delle Università di Salerno e di Cassino sui temi dello smart metering, delle misure per la Power Quality e delle smart grid in genere. Alla proposta progettuale hanno collaborato i ricercatori di Economia aziendale dell’Università di Cassino con un contributo di idee importante sugli aspetti di valorizzazione economica dei risultati. Il rapporto tra i partner EPR (Enti Pubblici di Ricerca) e quelli industriali è stato costruttivo e proficuo e ha garantito il pieno raggiungimento dei risultati attesi”.

Chi può beneficiare di questo progetto e quali sono i possibili sviluppi futuri?
“In generale si può osservare che dal progetto potrà trarre vantaggio tutto il nostro sistema di distribuzione dell’energia. E, in particolare, i sistemi ed i dispositivi individuati dal progetto potrebbero trovare applicazione presso grandi utenze: ESCO, consorzi di acquisto dell’energia elettrica, campus universitari, cittadelle ospedaliere o giudiziarie, villaggi che raggruppano insiemi di sub-contrattori rispetto ai quali non c’è un rapporto contrattuale singolo con il distributore. Questi utenti potrebbero ottenere due benefici. In primo luogo un consistente risparmio energetico grazie al miglioramento della gestione dei picchi di domanda (senza il pagamento di penali) e alla scelta delle tariffe più convenienti. Secondariamente, il monitoraggio continuo dei consumi e della qualità dell’energia acquistata. E a beneficiare del progetto saranno naturalmente anche le aziende partner che potrebbero investire ulteriormente sulla industrializzazione dei prototipi dei dispositivi di misura e sulla loro certificazione per poi cederne i diritti di produzione a operatori del settore”.


E quali sono gli aspetti finanziari?

Il costo del progetto è di circa 2 milioni di euro l’anno finanziati per tre quarti come ricerca industriale e per il restante come sviluppo sperimentale.

A cura della Redazione