Progetto HBF2.0: gas pulito da biomasse residuali

Nome e caratteristiche (area, tema) del progetto

Progetto HBF 2.0: High performance flexible small scale biomass gasifier 2.0
Area: Energia elettrica da biomasse

Quali sono gli obiettivi del progetto? Quali i risultati da ottenere?

Obiettivo principale di HBF 2.0 è realizzare un sistema innovativo da biomasse residuali (gusci, cippato, pellet, ecc) compatto e di piccola taglia in grado di generare un gas combustibile pulito e ricco di idrogeno che verrà utilizzato per la cogenerazione ad alto rendimento di energia elettrica e calore (25 kW elettrici e 55 kW termici).
L’intero sistema avrà dimensioni compatibili con un eventuale versione trasportabile e sarà composto da:
– un gassificatore a doppio letto fluidizzato;
– un sistema di abbattimento del particolato ad alta temperatura;
– un sistema di tar cracking/reforming;
– un cogeneratore di elettricità e calore per mezzo di motore a combustione interna.

Quali sono le ricadute industriali? Che benefici ci saranno per l’utente finale?

Il mercato di riferimento di HBF 2.0 è quello della cogenerazione da biomassa, più specificatamente, quello relativo agli scarti agricoli e forestali (ligneo-cellulosici).
Tale impianto di piccola taglia potrà essere utilizzato:
– al posto di semplici caldaie termiche anche presso gruppi abitativi;
– presso piccole o medie realtà produttive che hanno come sottoprodotto delle loro lavorazioni materiale lignocellulosico o agroforestale;
– per piccole comunità montane o rurali, permettendo di sfruttare la ricchezza del territorio circostante.

Le tecnologie sviluppate in HBF 2.0 sono tutte tecnologie innovative che le imprese svilupperanno in numerosi esemplari (dato l’alto mercato di riferimento). Questo porterà ad una positiva ricaduta ambientale (per la diffusione di impianti a fonti rinnovabili), sociale ed economica (per il conseguente aumento di occupazione e reddito diretto e indiretto) sul territorio nazionale.
Gli utenti che utilizzeranno l’impianto proposto avranno diversi benefici. Le ridotte taglie dell’impianto permetteranno l’integrazione del sistema in strutture già esistenti nel territorio senza la necessità di enormi, costose e spesso devastanti opere. Tale sistema potrà essere gestito a livello “familiare”: gli utenti finali saranno al tempo stesso produttori e consumatori senza intermediari o società produttrici di energia.

Ulteriore vantaggio per gli utenti sarà la possibilità di usare scarti provenienti dalle lavorazioni industriali come combustibile in ingresso, scarti che potranno diventare una vera e propria risorsa per produrre energia ad alto valore come l’elettricità e calore che potrà essere sfruttato anche in trigenerazione nei periodi caldi per il raffrescamento. Finché ci saranno gli incentivi, HBF 2.0 potrà usufruire del massimo degli incentivi, rendendo il bilancio economico estremamente favorevole. Questo perché HBF 2.0 è un sistema di micro-cogenerazione ad alto rendimento con possibile installazione di una mini rete di teleriscaldamento, che utilizza scarti di origine biologica. Potendo HBF 2.0 operare in modalità stand-alone nel lungo periodo l’utente potrà non essere più dipendente dalla rete elettrica nazionale: tale circostanza garantirà, anche senza incentivi, sicuramente un risparmio che porterà comunque ad un bilancio economico positivo.

Quali sono i partner coinvolti nel progetto?

Capofila: Walter Tosto spa;
Partner: Università di L’Aquila; Enertecna S.r.l. Centro Interdipartimentale di Ricerca e Diffusione per le Energie Rinnovabili Università La Tuscia; Nuova Ma-Tec 2001 s.r.l.

Quanto costa?

Il costo del progetto è 962.526,79 €.