Reti nella rete

Atlantide, l’archivio telematico della distribuzione elettrica 

Atlantide: singolare che il nome dell’isola descritta da Platone, destinata a diventare il più misterioso e sfuggevole dei suoi miti, sia stato scelto per un progetto che si pone come obiettivo quello di diventare un faro-guida, un database collettivo per chiunque si occupi di distribuzione elettrica in Italia. L’archivio telematico per il riferimento nazionale di reti di distribuzione elettrica nasce grazie alla collaborazione tra la Seconda Università di Napoli, le Università di Cagliari e Padova e il capofila ENEL Ricerca, di cui fa parte l’ingegner Diego Dal Canto che ce ne presenta passato, presente e futuro. “È un lavoro decisamente complesso – spiega – perché la rete elettrica italiana ha una storia abbastanza lunga, fatta di frammentazione e di uno sviluppo molto rapido negli anni, con livelli di tensione diversi così come tipologie di cavi, non è una rete omogenea. Trovare reti che costituiscano punti di riferimento, ossia che riescano a descrivere tutte le diverse casistiche esistenti è un obiettivo ambizioso e difficile da raggiungere”.

Come è strutturato il progetto?
Atlantide – Archivio TeLemAtico per il riferimento Nazionale di reTI di Distribuzione Elettrica-  è nato nel  gennaio del 2011. Il capofila è ENEL Ricerca di Pisa, in collaborazione con alcuni partner: il Dipartimento Sistemi Elettrici dell’Università di Cagliari, il Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università di Padova e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione della Seconda Università di Napoli. Lo scopo del progetto è costruire un portale web dove siano disponibili modelli di reti e di componenti elettrici per permettere uno studio che si fondi su dati condivisi tra ricerca e aziende. Abbiamo unito vari aspetti: i ricercatori hanno a disposizione un terreno vasto e comune di indagine, mentre i risultati vengono messi a disposizione di tutti, a partire dai piccoli distributori che non hanno l’estensione sul territorio e gli strumenti per svolgere studi sulle proprie reti ma che rappresentano una realtà concreta dopo la privatizzazione.

Come nasce la collaborazione tra Enel e queste Università?
Conoscevamo già molte di queste persone per altri progetti interni a ENEL che sono stati fatti in passato , c’erano già legami stretti di fiducia reciproca, la collaborazione era già avviata ed è stato naturale cogliere l’occasione di un bando per la ricerca di sistema per coalizzarsi in un impegno piuttosto ambizioso come questo: parliamo di un progetto triennale e in un periodo di diversi cambiamenti interni a ENEL a livello organizzativo e di direttive strategiche. Non è quindi stato facile portarlo avanti ma ci siamo riusciti nonostante tutto. Questa era l’occasione giusta per tornare a lavorare con Università di questo livello per confermare la fiducia e anche la qualità di questi rapporti.

Quali stakeholder possono essere interessati al portale?
Principalmente chi si occupa della ricerca nel campo delle reti di distribuzione ma anche distributori, tecnici e aziende che operano a questo livello. Il database può essere un valido e comodo aiuto anche per gli studi tecnici di aziende che non siano necessariamente coinvolte nel mondo della distribuzione dell’energia e possono reperire così dati necessari al proprio lavoro.

Quali sono i prossimi obiettivi del Progetto Atlantide?
Il 2 e il 3 ottobre ci sarà a Mondello, vicino Palermo, l’ incontro della AEIT (Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione , Informatica e Telecomunicazioni) nella quale verranno presentati gli ultimi risultati del progetto. Sarà anche l’occasione per riuscire ad aprire al pubblico il portale web che sarà accessibile per il momento solo in visione senza possibilità di interagire. Si potranno vedere le varie sezioni, la parte di archivio dove potranno essere scaricate liberamente le reti e i modelli dei componenti . Entro la fine dell’anno metteremo a punto alcuni strumenti di simulazione sul portale. Nel progetto iniziale non era prevista questa possibilità ma confrontandoci con gli stakeholder ci siamo resi conto che non basta fornire i modelli delle reti, ma  servono strumenti di simulazione che abbiamo inserito direttamente nel portale. È un valore aggiunto di cui siamo orgogliosi perché si tratta davvero di un unicum: non conosciamo in tutto il mondo altri tool online che permettano di fare calcoli sulle reti. Non è ancora completo e abbiamo ancora diverse criticità da risolvere da qui alla fine dell’anno ma ci stiamo lavorando molto e speriamo di concludere il lavoro quanto prima.