Ricerca di sistema: dal 2006, 600 milioni per l’innovazione del sistema energetico

L’innovazione nel settore elettrico sarà sempre più cruciale, soprattutto in virtù degli obiettivi di decarbonizzazione fissati a medio termine (2030) in Europa. In questo scenario, è senz’altro confortante sapere che esiste un programma di finanziamento della ricerca che incide poco sulle tasche degli italiani e che contribuisce a far avanzare lo stato dell’arte su temi quali l’efficienza (della rete, in primis), la generazione da fonti rinnovabili e la loro migliore integrazione, lo sviluppo di materiali innovativi.

FINANZIATI 250 PROGETTI DI RICERCA

Grazie ad un prelievo praticamente irrisorio sulla bolletta elettrica, tra il 2006 e il 2014 sono arrivati 600 milioni di euro per finanziare oltre 250 progetti di ricerca (annuali e pluriennali), realizzati da enti (Enea, Cnr, RSE), università, aziende. Sono questi i numeri della Ricerca di Sistema per il settore elettrico, presentati nel corso di un convegno organizzato dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali a Roma, il 16 febbraio. La CSEA è l’organismo che gestisce il fondo alimentato dal gettito della componente tariffaria A5 della bolletta: si tratta di risorse che vengono periodicamente erogate con bandi ad evidenza pubblica. Ogni famiglia italiana contribuisce in media con circa 70 centesimi di euro l’anno: neanche il costo di un caffè.

“Nella Ricerca di Sistema non si verificano quei ‘fenomeni carsici’ che caratterizzano a volte il nostro sistema di bilancio – ha evidenziato Rocco Colicchio, Commissario dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas– Le risorse ci sono, poi scompaiono, a volte riemergono… Qui le risorse ci sono e hanno finalità ben specifiche”.
Un sistema virtuoso che può essere ulteriormente perfezionato. “Oggi stiamo lavorando con gli Enti di ricerca sugli accordi di programma per il triennio 2015-2017 – ha ricordato il Presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni – La Ricerca di Sistema ha un valore per il sistema energetico ma va riformato il meccanismo macro istituzionale”.

LA RICERCA DI SISTEMA VERSO LA RIFORMA

“Abbiamo già avviato un processo di riscrittura delle regole insieme all’Autorità per l’energia elettrica e il gas e alla CSEA – ha aggiunto Sara Romano, direttrice del ministero allo Sviluppo economico – Siamo aperti alle proposte di chi fino ad oggi ha utilizzato questo strumento – gli enti così come le aziende private – per capire come sburocratizzare il processo e avere una maggiore attenzione ai tempi. Contiamo di rendere operativa la riforma entro il 2017”. Tra le direttrici di riforma del meccanismo: un orizzonte di medio termine, almeno triennale, per la programmazione e per l’erogazione dei fondi; una maggiore specializzazione dei progetti; la creazione di luoghi, sia fisici che virtuali, di confronto tra enti e aziende; un sistema di valutazione dell’output dei progetti in un’ottica di mercato.

Di Francesco Sellari