Ricerca di Sistema: obiettivi e risorse del nuovo Piano triennale

Il decreto ministeriale del 21 aprile 2016 ha approvato il Piano triennale 2015-2017 della ricerca di sistema elettrico nazionale e la ripartizione delle risorse per l’anno 2015.

Nel panorama della ricerca italiana, la Ricerca di Sistema rappresenta sicuramente un’eccezione positiva: un programma ben finalizzato, alimentato da un Fondo che assicura una continuità di finanziamento alla ricerca in un settore, quale quello dell’energia elettrica, per il quale il nostro Paese vanta una posizione di eccellenza in Europa e nel mondo. Il programma è soggetto alla guida delle Istituzioni competenti, che si avvalgono della Cassa per i servizi energetici ed ambientali (Csea) per le attività di segreteria tecnica.

Il Piano, in continuità con i precedenti, sostiene la ricerca di interesse pubblico, a beneficio degli utenti del sistema elettrico italiano, consentendo lo sviluppo dell’infrastruttura e dei relativi servizi in un settore così strategico per l’economia nazionale. Il Fondo per la Ricerca di Sistema, istituito in concomitanza con l’istituzione del mercato elettrico liberalizzato nel 2000, conserva, attualizzandola, la propria funzione di supporto all’innovazione energetica, stimolando, in un quadro di mercato globale, imprese ed istituzioni a collaborare per mantenere la disponibilità della fornitura necessaria alle attività del Paese.

I temi di ricerca sono suddivisi in quattro aree principali, che riprendono quelle dei precedenti piani triennali, distinguendo peraltro gli aspetti propri della rete (di trasmissione e distribuzione – area C), da quelli più generali del governo e delle politiche del sistema elettrico (trattati nell’area A), prima accorpate. Le rimanenti due aree, che riguardano la generazione e gli usi finali, assumono sempre più decisamente la finalità di favorire il percorso intrapreso, insieme agli altri Stati europei, verso la decarbonizzazione.

Gli strumenti finanziari utilizzati prevedono ancora una parte sostanziale dedicata agli Accordi di programma, da stipulare tra il Ministero dello Sviluppo economico e i principali attori che hanno operato finora. Nel primo anno infatti Enea avrà un finanziamento di 26,5 milioni di euro, includendo il Polo tecnologico del Sulcis, e RSE di 29,4 milioni di euro, includendo una collaborazione con la Fondazione Bordoni, e al CNR toccheranno 2,6 milioni. Accanto allo stanziamento per ulteriori contributi alla ricerca sostenuta dalle imprese (bandi di tipo b) sono stati istituiti anche bandi di tipo a), destinati a proposte particolarmente innovative in due settori a rapido sviluppo tecnologico: materiali avanzati per il fotovoltaico e l’accumulo. Il Ministero dello Sviluppo economico promuove le attività di coordinamento tra i soggetti affidatari con l’obiettivo di evitare sovrapposizioni di attività ed stimolare le necessarie sinergie.

Il quadro di riferimento europeo, ampiamente richiamato nel Piano triennale, è alla base delle scelte tematiche effettuate ed anche dell’impostazione definita per le ricerche. In effetti, l’Integrated roadmap, disegnata dallo Strategic energy technology (SET) plan europeo, prevede una forte complementarietà tra le diverse tecnologie e un’attenzione alla sostenibilità degli approcci, che possiamo ritrovare nell’articolazione proposta dal Piano triennale RdS. Anche la corrispondenza con i temi e le modalità realizzative del programma quadro di ricerca e innovazione comunitario (Horizon 2020) sono valorizzate nella scelta degli argomenti e nella loro articolazione, per raggiungere gli obiettivi del SET-Plan: sicurezza degli approvvigionamenti energetici, lotta ai cambiamenti climatici, competitività, crescita. In questo contesto si è scelto inoltre di finalizzare i bandi di tipo a) per potenziare la ricerca proposta dalla Future emerging technologies con la flagship (Key enabling technologies) europea per il grafene e altri materiali di frontiera nelle applicazioni energetiche.

 

L’articolazione in temi di ricerca, raggruppati nelle quattro aree sopra menzionate, copre gli aspetti prioritari afferenti alle scelte di politica energetica previste dalla strategia energetica nazionale e propone in dettaglio un esauriente elenco di argomenti specifici. Da notare che possono trovarsi elementi in comune nei vari elenchi, da declinare evidentemente in funzione dell’obiettivo specifico di ogni tema di ricerca. Gli affidatari degli accordi di programma e i partecipanti ai bandi potranno quindi elaborare la propria proposta progettuale componendo una serie di elementi di sicuro interesse, sulla base delle proprie competenze e specifiche sensibilità.

Mi preme mettere in evidenza due ulteriori aspetti del Piano che meritano attenta considerazione perché siano effettivamente conseguiti i benefici attesi dallo svolgimento delle ricerche triennali. Il primo è di tipo tematico, in quanto viene sottolineata l’utilità di un approccio integrato alla pluralità di fonti e vettori energetici per soddisfare le esigenze di flessibilità, sia sul lato dell’offerta, sia su quello della domanda. È infatti proposta una maggiore integrazione del sistema elettrico con i sistemi gas, idrico e termico, superando la tradizionale limitazione al solo aspetto elettrico. Da questa integrazione riteniamo possono sorgere soluzioni realmente innovative a tutto campo per ottimizzare il rapporto tra utenti e fornitori di energia.

Il secondo aspetto è di tipo organizzativo, ed attiene alla previsione di strumenti per assicurare la più stretta collaborazione tra i creatori di conoscenza ed il tessuto imprenditoriale italiano. Si prevede il coinvolgimento diretto, già in sede di proposta delle attività sia di realtà universitarie sia di imprese, coinvolgimento che dovrà continuare in un dialogo continuativo, alimentato dalla costante diffusione dei risultati delle ricerche per supportare gli operatori nazionali in grado di operare su progetti dimostrativi e rafforzare le supply chain nazionali sulle diverse tematiche.

Infine, raccogliamo un auspicio, contenuto nel decreto di approvazione, in ordine ad un’evoluzione dei futuri piani, in modo da favorire la programmazione triennale, consentendo, pur con il mantenimento degli obblighi di rendicontazione e controllo annuale, di impostare il lavoro di ricerca con una modalità più consona alla tempistica degli stessi progetti europei.

Attendiamo quindi con fiducia i prossimi risultati del programma triennale di Ricerca di Sistema, che noi affidatari siamo già in procinto di realizzare, per garantire la continuità del supporto al settore, che affronta quotidianamente un’agguerrita competizione internazionale.

Di Romano Ambrogi, Responsabile Funzione Sviluppo e Pianificazione – RSE SpA