Ricerca e innovazione. Campana, Cnr: “Serve alleanza con industria”

Ricerca e innovazione al fianco dell’industria per una transizione green. Intervista a Emilio Campana, CNR.

Una grande alleanza tra industria e ricerca per orientare la transizione verso un modello produttivo digitale e green. È ciò che auspica Emilio Campana, direttore del DIITET, il Dipartimento di ingegneria, ICT e tecnologie per l’energia e i trasporti del CNR, guardando al dopo pandemia. “Abbiamo bisogno di un nuovo modello di sviluppo industriale in cui integrare ricerca e innovazione. Un modello per il quale la sostenibilità non sia percepita più come un vincolo ma come un obiettivo da raggiungere”.

RICERCA E INNOVAZIONE GREEN NEL DOPO COVID19: A RISCHIO GLI INVESTIMENTI IN RINNOVABILI

In un discorso così ampio e strategico, il settore energetico gioca un ruolo chiave. La pandemia è stata un test per il sistema elettrico e ha tratteggiato quello che potrebbe essere lo scenario a medio termine, con un sistema più flessibile e una maggiore penetrazione di rinnovabili. Questo, al netto di eventuali battute d’arresto che il percorso verso i target europei di decarbonizzazione potrebbe subire.

“Sviluppare tecnologie per l’energia pulita sarà più complesso – spiega Campana – perché il capitale a disposizione è stato intaccato e i rischi per questo tipo di business sono aumentati”. C’è poi la concorrenza del petrolio. “Il prezzo del petrolio a livelli così bassi mette fuori mercato molti tipi di energia. Tutto ciò crea difficoltà anche al sistema della ricerca che su quelle fonti energetiche sta lavorando”. Anche con prevedibili ricadute occupazionali negative.

CNR: IL PROGETTO PER UNA TRANSIZIONE INDUSTRIALE

Staremo a vedere come si orienterà il mercato e quali priorità si affermeranno. In ogni caso, la ricerca può lavorare col mondo produttivo per contribuire a formulare un “cambio di paradigma”. Un cambio di paradigma che è al centro di un progetto strategico al quale il CNR sta lavorando. Il titolo è significativo: “Transizione industriale e resilienza delle società post Covid19”. “È questo il momento per ripensare, attraverso nuove politiche ambientali, economiche, sociali e industriali, il modo di progettare e produrre beni e servizi”, vi si legge.

“Penso al framework europeo Horizon Europe in via di definizione – ci dice Campana – Il nostro sforzo deve essere quello di promuovere progettualità che vadano in una direzione opposta rispetto a quella in cui è andata finora l’economia”. Un esempio: “Nelle società globalizzate abbiamo sviluppato delle catene del valore lunghissime, con fabbriche cilene che assemblano pezzi in arrivo da Cina e Germania. Un sistema efficiente dal punto di vista economico ma che ha dimostrato la sua fragilità. Dovremmo provare a cambiare, tornare a sviluppare delle catene più corte, su scala regionale e nazionale. Non è un qualcosa che può fare il CNR da solo e neanche l’Italia. Ma è un approccio che può, ad esempio, guidare la formulazione dei programmi e alle partnership europee per la ricerca”.

IL DIALOGO CON L’INDUSTRIA E I SETTORI STRATEGICI

Sarà fondamentale il dialogo con l’industria. “Un dialogo che parta dai vertici. Io stesso ho spinto perché il nostro presidente incontrasse subito il nuovo presidente di Confindustria. La ricerca deve capire i bisogni dell’industria ma al tempo stesso deve proporre formulazioni nuove”.

In questo scenario, su quali settori la ricerca deve investire i suoi sforzi, anche guardando al sistema Italia? “Sicuramente la ricerca sui combustibili tradizionali è finita – risponde Campana – C’è ancora molto interesse per i biocombustibili quando rispondono però ai principi dell’economia circolare. Quindi se prodotti, ad esempio, da scarti alimentari. C’è molto da indagare ancora sui materiali per le rinnovabili e per l’accumulo. E ancora applicazioni come l’eolico offshore. Senza dimenticare le grandi potenzialità della fusione”.