Rinnovabili: nel 2016 installati 161 GW. Capacità in crescita del 9%

Nel 2016, con un Pil globale che ha segnato una crescita del 3,1%, le emissioni di CO2 legate al settore energetico sono rimaste stazionarie a quota 32,1 gigatonnellate. È un dato particolarmente significativo perché lo stop all’aumento delle emissioni si è ripetuto per il terzo anno consecutivo. È ancora presto per parlare di un trend consolidato, ma certo il dato assume un significato diverso da quello di una momentanea oscillazione. Vale dunque la pena chiedersi a chi va attribuito il merito di questo risultato che ancora non basta a soddisfare gli impegni di stabilizzazione climatica (le emissioni devono diminuire significativamente per rispettare gli obiettivi fissati alla conferenza Onu di Parigi del dicembre 2014), ma certo costituisce un segnale incoraggiante. Che ruolo ha avuto la crescita delle fonti rinnovabili in questo cambiamento di prospettiva?

“Un ruolo certamente importante: in questo momento non siamo ancora in grado di assegnare una percentuale al contributo offerto dalle fonti rinnovabili, ma è già possibile disegnare in grandi linee lo scenario di quello che è accaduto”, risponde Paolo Frankl, responsabile delle fonti rinnovabili per l’International Energy Agency. “Le ragioni del disaccoppiamento tra crescita economica e crescita delle emissioni di anidride carbonica sono varie: l’aumento delle fonti rinnovabili, lo switch dal carbone al metano, i miglioramenti nel campo dell’efficienza energetica e i cambiamenti strutturali dell’economia globale”.

Questi cambiamenti sono omogenei dal punto di vista geografico?
“No, esistono differenze significative. Le emissioni di CO2 sono diminuite in modo molto netto negli Stati Uniti anche grazie all’uso dello shale gas: sono scese del 3% a fronte di un +1,6% di Pil raggiungendo il livello più basso dal 1992 e per la prima volta la produzione elettrica da metano ha superato quella da carbone.  È andata bene anche la Cina che ha registrato una diminuzione dell’1% delle emissioni di anidride carbonica e una decrescita dell’uso del carbone a fronte di un aumento del Pil del 6,7%. Le emissioni sono rimaste stabili in Europa e sono cresciute nel resto del mondo. La somma di questi movimenti è risultata pari a zero”.

È possibile avere qualche indicazione in più sul ruolo delle rinnovabili?
“Nel 2016, le rinnovabili hanno risposto a più della metà della crescita della domanda globale, con l’idroelettrico che ha coperto più della metà di questa capacità. Nel 2015 per la prima volta, nelle nuove centrali installate, le rinnovabili hanno sorpassato il carbone in termini di capacità, non di generazione. Inoltre dai dati recentemente resi noti da Irena, risulta che nel 2016 sono stati installati 161 GW di rinnovabili, un nuovo record: la capacità totale sarebbe cresciuta quasi del 9% rispetto all’anno precedente”.

E in prospettiva?
“Nello scenario che vede la crescita della concentrazione di CO2 fermarsi a 450 parti per milione le rinnovabili sono responsabili di circa un terzo di questo beneficio: sono proiettate al 34% dell’abbattimento delle emissioni. Ma, se il trend energetico è incoraggiante, non dobbiamo sottovalutare le difficoltà che si incontrano nel ridurre le emissioni nel settore del riscaldamento-raffrescamento degli edifici e nel traspo