Smart metering: l’Italia leader europeo

Smart metering: qual è lo scenario italiano? Ne parliamo con Ferruccio Villa, della Direzione Infrastrutture, Unbundling e Certificazione dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico

Qual è il quadro relativo alla diffusione dei contatori elettronici in Italia?
Ad oggi presso i clienti domestici (famiglie), il livello di penetrazione dei contatori elettronici per la misurazione dei consumi elettrici è superiore al 97%. Per quanto riguarda il settore gas la situazione è differente: ci sono buone percentuali di penetrazione dei contatori elettronici per le classi di fornitura più grandi (es.: riscaldamento condomini, commercio, industria, etc.), mentre per le famiglie i dati di fine 2014 dovrebbero attestarsi sull’1,5%. Questa differenza sostanziale è dovuta sia alle caratteristiche del settore della distribuzione del gas, senza un operatore dominante come nell’elettrico, che alla rimodulazione degli obblighi per dare la possibilità ai costruttori di consolidare le nuove soluzioni tecnologiche. L’Italia è il paese prime mover e quindi ci vuole un po’ più di tempo. Al momento, per i contatori domestici destinati al mercato residenziale sono stati introdotti obblighi solo per gli operatori più grandi, quelli con oltre 100.000 clienti finali.

Quali informazioni sono disponibili per l’utente? Ci sono tecnologie in grado di comunicare il livello dei consumi in tempo reale?
I nuovi contatori, prevedendo un trattamento elettronico del dato, possono renderlo disponibile anche sul display, ma in funzione dei cicli di fatturazione. Per quanto riguarda i consumi elettrici, i contatori rendono disponibili la lettura corrente e l’ultima fatturata: un dato ancora non sufficiente perché il consumatore possa essere informato dei propri consumi durante la giornata. Com’è noto, infatti, i contatori di energia elettrica suddividono i consumi per raggruppamenti di fasce orarie: per avere il dato in tempo reale, in modo che il consumatore abbia informazioni più in dettaglio sui consumi, bisogna aspettare che, in virtù di quanto stabilito dal decreto 102 del 2014 che ha recepito la direttiva comunitaria 27 sull’efficienza energetica, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico formuli delle proposte sulla messa a disposizione dei dati ai consumatori finali.
Sui consumi di energia elettrica abbiamo fatto una consultazione nel corso 2014 rivolta alle società di distribuzione e vendita, incentrata proprio su questo tema. La messa a disposizione dei dati di consumo al cliente finale può avvenire o tramite i server delle società di distribuzione che periodicamente leggono i contatori, o tramite apparecchiature locali. Nel primo caso il cliente potrà collegarsi ai server delle società di distribuzione tramite internet o applicazioni specifiche per dispositivi mobili. Nel secondo caso, si potranno utilizzare strumenti da collegare al contatore, come per esempio lo smartinfo. Si tratta di una sperimentazione di Enel distribuzione: è uno strumento (di futura competenza del distributore) che può svolgere varie funzioni. Viene inserito in una qualsiasi presa di casa e collegato a un display (di futura competenza del venditore) per monitorare la potenza assorbita istante per istante. Può elaborare i dati in maniera storica per capire quanto si è consumato nell’ultima giornata o nell’ultima settimana o nell’ultimo mese, secondo le fasce orarie. E comunicare all’utente, mediante un segnale acustico, quando i consumi stanno superando la potenza contrattuale. Parliamo comunque di tecnologie ancora in fase di sperimentazione.

Gli operatori sono pronti?
Diciamo che gli operatori sono pronti da un punto di vista teorico, ma aspettano un nostro chiarimento sul trattamento dei dati e sugli eventuali costi a carico del cliente. Cioè su chi può fare cosa, qual è il perimetro di azione della società di distribuzione e qual è il perimetro di azione della società di vendita. Dovremo dare seguito a ciò che è previsto dal decreto 102 che è del luglio dello scorso anno.

Qual è la situazione nel resto d’Europa? Ci sono buone pratiche alle quali ispirarsi?
Certamente, sull’elettrico il primo paese a muoversi in Europa è stato l’Italia, seguito da Svezia, Francia, Inghilterra, Olanda. Anche sul gas siamo stati noi i primi, ma si registrano movimenti importanti in Inghilterra e in Francia. Buone pratiche molto più avanzate rispetto alla realtà italiana non ce ne sono. Sono state fatte sperimentazioni per ciò che riguarda la messa a disposizione dei dati ai clienti finali, ma non mi risulta che queste soluzioni si siano diffuse massicciamente.

L’Autorità sta promuovendo anche progetti per lo smart metering multiservizio
Sono progetti pilota in sei città italiane con applicazioni diversificate che integrano diverse tipologie di servizio: da un lato le utenze domestiche di energia elettrica, gas, acqua, dall’altro i servizi che riguardano tutta la cittadinanza, come l’illuminazione pubblica o la raccolta dei rifiuti. Ci sono contatori differenziati per tipologia di servizio, e ogni progetto si distingue per i servizi oggetto di sperimentazione e per le soluzioni di raccolta dei dati. Questi dati possono essere letti a livello locale (condominio, quartiere), oppure possono essere comunicati a un centro elaborazione.

Il tema del coinvolgimento dei clienti finali è fondamentale anche per gli obiettivi di efficienza energetica che ci siamo dati in sede Ue
Il tema dell’efficienza energetica è un tema molto caro ai regolatori e alla Commissione Europea, quindi quanto più il consumatore è consapevole tanto più potrebbe intraprendere azioni mirate all’efficienza e alla riduzione dei consumi, come la scelta di equipaggiare la propria casa con lampadine ed elettrodomestici efficienti o, se possibile, di spostare i propri consumi in orari in cui il costo dell’energia elettrica è più conveniente.

A cura di Francesco Sellari