Titoli di efficienza energetica: un trend in crescita

A che punto è il processo virtuoso che dovrebbe essere creato dai Certificati bianchi, cioè dai Titoli di efficienza energetica (TEE) che attestano la riduzione di consumi finali di energia attraverso interventi di efficientamento energetico? I numeri ci dicono che siamo sulla strada giusta anche se il target da raggiungere è ambizioso: nel periodo 1.1.2014 – 31.12.2020 attraverso i Certificati bianchi si dovrà garantire il raggiungimento del 60% dell’obiettivo di efficienza al 2020 (il restante 40% va ottenuto attraverso Conto termico, Cogenerazione ad alto rendimento e detrazioni fiscali).

Lo scorso anno sono state presentate 13.717 richieste di verifica e certificazione (RVC), relative sia a prime rendicontazioni che a rendicontazioni successive, e 1.034 proposte di progetto e di programma di misura (PPPM), per le quali il GSE ha autorizzato il GME ad emettere 7,5 milioni di TEE corrispondenti a un risparmio di energia primaria conseguito di poco inferiore a 2,7 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio). Un valore che attesta una crescita del 23% rispetto all’anno precedente. Nel 2013 – primo anno della nuova gestione targata GSE dopo il decreto del 28 dicembre 2012 – i TEE rilasciati sono stati 5,9 per un risparmio di energia primaria pari a 2,3 Mtep.

I dati del primo quadrimestre del 2015 certificano un interesse costante da parte del mondo industriale: il Gse ha infatti già concluso con successo ben 3.361 istruttorie tecniche (185 proposte di progetto e di programma di misura e 3.176 richieste di verifica e certificazione) per le quali ha rilasciato 1.659.073 TEE. Complessivamente, dall’avvio del meccanismo dei certificati bianchi nel 2006 al 30 aprile 2015, sono stati rilasciati 32.832.515 titoli di efficienza energetica.

A questi numeri va aggiunto il fatto che dal febbraio 2013 al novembre 2014, circa l’80% dei titoli emessi si riferiscono a risparmi realizzati nel settore industriale. Questo significa che le imprese hanno capito l’importanza di questo strumento per programmare gli investimenti e l’ammodernamento tecnologico.

Nel frattempo nuove linee guida sono state predisposte per ottenere i seguenti risultati: un’armonizzazione degli strumenti di incentivazione sull’efficienza energetica esistenti (TEE, CAR, CET, ecc); l’introduzione di nuove schede tecniche; un miglioramento dell’affidabilità delle misure per la rendicontazione del risparmio; lo sviluppo delle verifiche sugli impianti incentivati.

“Dopo il lungo rodaggio, questo strumento di incentivazione andrà rafforzato in coerenza con gli ambiziosi obiettivi climatici che ci aspettano, cioè con la riduzione nella UE del 40% delle emissioni climalteranti al 2030”, commenta Gianni Silvestrini direttore scientifico del Kyoto Club e presidente del Green Building Council Italia.

A cura della Redazione