WaveSAX: da RSE una tecnologia innovativa per l’energia dalle onde

WaveSAX è il nome di un innovativo dispositivo per la produzione di energia dalle onde brevettato da RSE nell’ambito di “Energia elettrica dal mare”, progetto sostenuto dal programma della Ricerca di Sistema per il settore elettrico. La tecnologia WaveSAX si basa su di un principio di funzionamento definito OWC – Oscillating Water Column: grazie alla forma particolare che ricorda la bocca di un sassofono (da cui deriva il nome) l’acqua marina oscilla verticalmente all’interno di una condotta, con pressione e velocità ottimali per fare girare una turbina idraulica collegata ad un generatore elettrico. Caratteristiche e dimensioni ne fanno una soluzione ideale per le nostre coste e per le onde del Mediterraneo.

“Siamo partiti da un’analisi dello stato dell’arte in materia – ci spiega Maximo Peviani, responsabile del progetto Energia elettrica dal mare per RSE – WaveSAX ha un approccio innovativo innanzitutto perché utilizza una turbina che è immersa in acqua. Le altre tecnologie OWC sviluppate fino ad oggi sfruttano gli spostamenti d’aria generati dalle onde. Con WaveSAX saltiamo un passaggio. È quindi un processo più efficiente. Abbiamo optato poi per una tecnologia dalle dimensioni più ridotte, sia perché dimensionata sulle caratteristiche del moto ondoso mediterraneo, sia per poterla installare a ridosso della costa. In questo modo possiamo servirci delle strutture marittime costiere già esistenti: moli dei porti, banchine, frangiflutti”.

Il WaveSAX è stato concepito per essere installato in array di (decine, centinaia) dispositivi. Ogni singola unità può rispondere al fabbisogno di tre/cinque famiglie tipo. WaveSAX si propone, dunque, come una valida alternativa per i nuclei abitati delle isole minori, per la riconversione di piattaforme estrattive o per essere inserito in un contesto di isole energetiche, magari in combinazione con l’eolico offshore, per garantire una produzione costante e il più possibile programmabile.

WaveSAX ha un rendimento in linea con altre tecnologie simili: intorno al 25-30%. “L’efficienza non può essere il solo parametro di valutazione in questo ambito – aggiunge Laura Serri, responsabile RSE del gruppo di ricerca Sistemi e tecnologie innovative per le reti energetiche – ciò che conta è il costo totale dell’energia per tutta la durata di vita del dispositivo. Utilizzando strutture costiere già presenti, il nostro dispositivo può risparmiare sui costi per l’installazione, per il collegamento alla rete elettrica (molto più oneroso per le soluzioni offshore) sulla manutenzione”.

Le diverse sperimentazioni, effettuate presso l’Università di Cork in Irlanda, l’Ecole Centrale di Nantes in Francia e l’Istituto di Ingegneria del Mare a Roma, hanno permesso di ottimizzare il design nonché i meccanismi di automazione e controllo della turbina. In queste settimane un modello in scala 1:5 è in fase di test a mare presso il porto di Civitavecchia “Quello che definiamo il Technology Readiness Level, il livello di maturità tecnologica, è comparabile con quello di altre tecnologie del settore – prosegue Laura Serri – La costruzione di un prototipo in scala reale e la sua sperimentazione ci consentirebbero una valutazione più accurata dell’intero ciclo di vita, del tipo di manutenzione necessaria, dell’impatto ambientale”.

WaveSAX ha suscitato l’interesse di un importante player di settore come Enel Green Power che nell’ultimo anno ha dato un contributo alla fase di sperimentazione: “I primi riscontri sono stati promettenti. In funzione dei risultati che otterremo in mare capiremo come proseguire”, conclude Peviani, che aggiunge: “Il potenziale di energia dal mare è paragonabile a quello dell’idroelettrico. La fonte marina per l’Italia è importantissima. Abbiamo 8.000 chilometri di costa, se c’è una fonte rinnovabile su cui puntare è proprio l’energia dal mare”.